Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Palermo, la laurea magistrale honoris causa in Italianistica a Mimmo Cuticchio: «Testimone della nostra cultura»

La cerimonia allo Steri. A consegnarla il rettore dell’università degli studi di Palermo, Massimo Midiri

«Un percorso artistico in cui giungono a piena sintesi la cultura popolare e colta, nella dimensione di una continua ricerca di formule valoriali, testuali, materiali che parlino all’uomo di oggi attraverso lo “schermo” dei pupi, antichi e contemporanei, rappresentando la voce di una Sicilia che sa reinterpretarsi e collocarsi in uno scenario culturale internazionale». Mentre Luisa Amenta, prorettrice e coordinatrice del consiglio di corso di studi in Italianistica dell’Università di Palermo, pronuncia la motivazione della laurea Honoris causa, il «laureando» Mimmo Cuticchio tiene lo sguardo basso. «Prezioso e riconosciuto testimone, protagonista e divulgatore di una importante pratica di teatro popolare».

Il riconoscimento è dei più importanti e assume un significato ancor più profondo perché giunto dalla propria città: nella sala Magna di palazzo Steri, quartier generale dell’accademia palermitana, Cuticchio tiene lo sguardo basso mentre gioca nervosamente con le dita e ascolta emozionato la Laudatio della professoressa Marina Castiglione, docente di Linguistica Italiana e colei che nel 2018 aveva proposto al consiglio di assegnare la laurea honoris causa «ad una figura ampiamente rappresentativa della cultura e dell’arte in tutte le sue sfaccettature».

«È importante perchè tu pensi che qualcuno ti ha pensato», dice ridendo Cuticchio. «Dopo 76 anni di teatro girando la Sicilia, l’Italia e il mondo - prosegue il puparo e cuntista - i riconoscimenti ti arrivano da tutte le parti, soprattutto dal pubblico che ti incoraggia a continuare. La mia è una tradizione in viaggio. Fermi sono i siti archeologici, perché non bisogna spostare le pietre da dove sono nate, ma se io dovessi appendere i miei pupi al muro il mio non sarebbe un teatro vivo. Così come il cunto, l’arte più antica che esista, che tocca gli aedi».

L’emozione si legge sul volto di tutti i presenti incluso il rettore Massimo Midiri: «Cuticchio ha mantenuto la cultura del teatro dei pupi - spiega - ma anche la narrazione del cunto siciliano. Abbiamo voluto dare una testimonianza di grande attenzione ad una espressione culturale di grande impatto ma anche il riconoscemmo all’uomo, che deve essere di esempio per i più giovani». E c’è spazio anche per gli aneddoti: «Anni fa ho incontrato papa Francesco - racconta Cuticchio - mi disse ‘’so che sei impegnato anche tu per la pace’’. Io risposi che potevo parlare di pace, amicizia, condivisione, e che da Roncisvalle, sede della prima crociata dove avevo portato lo spettacolo di San Francesco, potevo lanciare un messaggio. Mi ha stretto la mano e mi ha detto ‘’preghiamo insieme’’».

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia