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Il viaggio on the road in Sicilia di Simonetta Agnello Hornby

La scrittrice, nata a Palermo e cresciuta ad Agrigento, sarà assieme al fumettista Massimo Fenati su Rai3 a partire dal 3 dicembre

Simonetta Agnello Hornby

Palermo, l’Etna, Catania, Siracusa, Pantalica, ma anche le miniere, le campagne, la Valle dei Templi di Agrigento, i Giardini di Kolymbethrai, le tombe e i ruderi che si trovano dovunque, ma soprattutto la natura. La scrittrice Simonetta Agnello Hornby racconta la sua Sicilia in un percorso on the road con il fumettista e illustratore Massimo Fenati, autore del graphic novel de La Mennulara, in un nuovo programma di Rai Cultura, Viaggio in Sicilia, realizzato da Pesci Combattenti, che andrà in onda da domenica 3 dicembre in seconda serata su Rai3.

Quattro puntate alla scoperta di una terra che la scrittrice, nata a Palermo, ha lasciato da 60 anni, ma che ha nel cuore, non ha mai smesso di raccontare nei suoi romanzi e dove torna spesso con i suoi figli. Questa volta Simonetta Agnello Hornby compie però un viaggio speciale tra emozioni e memoria per restituirci tutta la sua forza e bellezza. «La Sicilia è il posto più bello del mondo come terra e per quello che ha realizzato l’uomo. Abbiamo fatto dei giri in posti dove normalmente non si va, come alla miniera Ciavolotta, in provincia di Agrigento, che ora è chiusa, ma che conoscevo quando era aperta perché apparteneva alla famiglia di mia madre. Ci sono andata dentro una delle strane volte della mia vita. Mia mamma aveva un cugino di cui ero profondamente innamorata all’età di cinque anni. Quando si fidanzò con una bellissima bionda svizzera e lei volle vedere la miniera io li seguii per controllarli per cui è stata la mia prima scena di gelosia. Al di là di questo, è fondamentale parlare delle miniere perché sono state importantissime in Sicilia», dice all’Ansa Agnello Hornby, che ha trascorso l’infanzia ad Agrigento.

«Poi siamo andati a Pantalica, uno dei posti più belli del mondo. È la Sicilia di 600 anni prima di Cristo, quando gli abitanti - che non si sa chi fossero - crearono una città come New York con tutti gli appartamenti nelle mura immense di questa cava. Bisogna camminare, salire e arrampicarsi sulle pietre. Se non si va su e giù per le caverne non si capisce cos’è Pantalica», racconta la scrittrice, che vive a Londra, dove ha fatto l’avvocato dei minori.

Nelle tappe del viaggio che parte da Mosè, la tenuta storica della famiglia di Simonetta, in provincia di Agrigento, anche incontri speciali con amici e abitanti del luogo. Tra questi, a Porto Empedocle, il paese di Andrea Camilleri, l’appuntamento con Arianna Mortelliti, la scrittrice e nipote del creatore del commissario Montalbano, morto nel 2019. «È una ragazza che conosco da quando era bambina, ora è diventata scrittrice e sono contenta. Ha scritto un bel libro. Sono molto legata alla sua nonna, Rosetta Camilleri», spiega Simonetta. I luoghi li ha suggeriti Agnello Hornby, ma, dice, «non mi piace mai scegliere perché quando uno lavora con persone serie, che stima, come Fenati e i Pesci Combattenti è un lavoro collettivo».

Il pubblico di questo viaggio «possono essere italiani, gente del mondo, i miei nipoti, ma pure i siciliani stessi che non conoscono tutta la Sicilia. Racconto i posti a me più cari». Quale è stata la tappa più importante? «L’Etna, che rappresenta l’anima della Sicilia, questo senso di grecità e la bellezza della natura. È una montagna che tutti i siciliani temono e amano. Da bambina ci andavo con papà e mamma», spiega la scrittrice che appartiene alla Sicilia occidentale che «da un lato è la peggiore, quella della mafia».

«La Sicilia orientale è quella più colta, che ha dato più intellettuali», afferma l’autrice che per la prima volta ha raccontato la mafia nel suo ultimo libro, Era un bravo ragazzo (Mondadori). Un seguito di questo programma? «Sulla Sicilia passerei la vita a fare seguiti. Cerco di trasmettere sempre il mio grande amore per la Sicilia, di incoraggiare la gente ad andarci, c’è sempre qualcosa da scoprire e da imparare» dice.

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