«Sono un bandito, non un mafioso». Parole tratte da un lungo inedito manoscritto di Salvatore Giuliano, che si scaglia contro chi «mi vuole uccidere e consegnare alla polizia entro il 5 marzo del ‘49. Non dimenticate che non sono un ruba muli o pecore come voi, io lotto per un diritto». Il bandito di Montelepre nel testo dice di non essere mai stato affiliato e di avere rotto con quegli «uomini di paglia, infami e buffoni. Non riuscirete mai a sopprimermi».
L'articolo che racconta la verità di Giuliano è di Lino Buscemi. Una doppia pagina in esclusiva sul Giornale di Sicilia oggi in edicola
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