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Palermo, Orlando presenta il suo libro e bacchetta Lagalla: "Ha scelto di non essere libero"

"U sinnacu" presenta il suo "Enigma", al cinema Rouge et Noir, e analizza la situazione politica attuale della città: "Non poteva non seguire l'indicazione di Cuffaro e Dell'Utri"

«L’errore dell’attuale sindaco è stato quello di aver scelto di non essere libero. Da quando ha accettato la sponsorizzazione di Cuffaro e Dell’Utri e da quando i partiti, che avevano altri candidati di destra, hanno ritirato le candidature, abbiamo tutti visto i poster in città, perché non si poteva smentire l’indicazione di personaggi come Cuffaro e Dell’Utri, ha deciso di non esserlo più».

Leoluca Orlando presenta il suo libro, Enigma, al cinema Rouge et Noir, e analizza la situazione politica attuale della città di cui è stato sindaco, al netto di qualche interruzione, per vent’anni. «Il mio consiglio? - ha proseguito - Anche se in ritardo, fare ciò che fino ad ora non ha fatto: dire di non essere il loro sindaco. E’ il minimo etico».

U sinnacu, come viene ancora chiamato dai palermitani, fotografa in un serrato dialogo con la giornalista Costanze Reuscher la storia e il presente del capoluogo. Il libro cerca di essere chiarificatore sulle dinamiche passate e cerca di proiettare nel futuro una città dalle mille contraddizioni, come suggerisce il titolo dell’opera: «Enigma - spiega - perché Palermo è una città aristocratica e popolare, pulita e sporca, rumorosa e silenziosa, una città arcaica e moderna, vecchia e giovane al tempo stesso. Contraddizioni alimentate da una grande zona grigia. E lo scopo della mia vita è stato quello di ridurre questi spazi, alimentati dalla paura e da interessi meschini che certamente hanno aumentato da una parte il vittimismo, dall'altra hanno reso forte la mafia. È una storia drammaticamente attuale - sottolinea - basti pensare quanto hanno dichiarato proprio in questi giorni i legali e i familiari di Paolo Borsellino. In particolare sulle condizioni in cui versava la procura di Palermo dove i magistrati, tra i quali Giovanni Falcone, non erano messi nelle condizioni nei confronti dei politici e nei confronti dei responsabili degli omicidi di Piersanti Mattarella e di Pio La Torre. Credo che questo libro dia una sistematica ricostruzione di quanto accadeva in quegli anni terribili, del passato che ricade sul presente».

L’ex primo cittadino non ha neanche nascosto le sue aspirazioni europee: il suo nuovo obiettivo è un posto al parlamento europeo, ruolo già ricoperto tra il 1994 e il 1999. «L’ho già fatto», ha spiegato e lancia un messaggio alla segretaria Dem, Elly Schlein: «La mia candidatura nasce come provocazione, perché voglio capire se il Pd vuole aprirsi o rimanere ancorato alle correnti - aggiunge Orlando, - andando avanti così questo partito diventerà una presenza politica residuale nel nostro paese: ai capi corrente non interessa che il partito vinca, ma che venga eletto qualcuno dei loro. A Schlein dico di liberarsi di tutti loro, da D'Alema a Franceschini, da Boccia a Provenzano: che mi candidi o no tanto lo so che avrò ragione».

Leoluca Orlando ha poi toccato il tema immigrazione e diritti, altro punto che lo ha convinto a ripresentarsi alle elezioni europee in programma nel 2024: « In un momento nel quale stiamo assistendo ad un cambiamento culturale da parte del nostro paese ovvero una sistematica violazione da parte del Governo Meloni dei diritti - ha attaccato - non soltanto dei bambini e delle donne, non soltanto dei poveri e degli ultimi, ma anche di coloro che cercano disperatamente di venire nel nostro Paese per sopravvivere. E la recente visione dei magistrati è la conferma di quello che sostengo in un capitolo del mio libro dedicato al diritto e ai diritti. Per fortuna, abbiamo la Carta Costituzionale, la Corte Costituzionale e la Corte di Giustizia UE».

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