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A Palermo l'Orchestra sinfonica siciliana suona «Da Bellini in poi»

Dal compositore catanese a Giuseppe Verdi, da Giacomo Puccini a Umberto Giordano

L’Orchestra Sinfonica Siciliana protagonista di un’altra tappa del Bellini International Context a Palermo, con «Da Bellini in poi», domani (domenica 24 settembre), in piazza Ruggero Settimo, alle 21. Ingresso libero con prenotazione, fino a esaurimento posti.

Acclamazioni ed applausi senza fine al principio, al mezzo ed al termine di ogni atto, come si lesse sulla «Gazzetta privilegiata di Venezia», accolsero I Capuleti e i Montecchi di Bellini (La Fenice di Venezia, 11 marzo 1830). L’opera si apre con una concisa sinfonia che, dal punto di vista formale, può essere ricondotta a una rielaborazione piuttosto libera di una forma-sonata ridotta all’esposizione e alla coda. Norma, invece, andò incontro, alla prima alla Scala, il 26 dicembre 1831, a un fiasco dovuto anche alla scarsa vena di Giuditta Pasta, che aveva trovato particolarmente difficile la «cavatina» Casta diva, pagina di rara bellezza e di incanto, introdotta dallo splendido a solo del flauto. Nella cavatina di Riccardo, Ah per sempre io ti perdei, tratta da I Puritani (24 gennaio 1835, al Théâtre Italien di Parigi), l’uomo racconta all’ufficiale puritano Bruno che la sua richiesta di matrimonio presentata al padre dell’amata Elvira è stata rifiutata.

Nella celebre romanza, Celeste Aida, tratta dall’Aida (Il Cairo, 24 dicembre 1871) di Giuseppe Verdi, il capitano delle guardie Radamès esprime sia il suo desiderio di essere indicato, dall’oracolo di Iside, come comandante supremo delle truppe del faraone nell’imminente campagna militare contro l’Etiopia, sia il suo amore per l’eponima schiava etiope alla quale spera di poter ridare la patria e il trono. Nella cavatina di Leonora, Tacea la notte placida, tratta dal Trovatore (Roma, Teatro Apollo, 19 gennaio 1853), la donna racconta ad Ines di aver sentito la voce di un trovatore, nel quale riconosce il suo amato Manrico, cantare sotto il suo balcone, mentre nel cantabile, Il balen del suo sorriso, il Conte di Luna elogia la bellezza della donna amata. Infine nella celeberrima cabaletta, Di quella pira, Manrico manifesta la sua volontà di correre in soccorso della madre Azucena.

La tregenda, che costituisce il secondo tempo dell’intermezzo Le Villi (Teatro Dal Verme di Milano, 31 maggio 1884), è una pagina, al ritmo di tarantella, basata su due temi dei quali il primo rappresenta la ridda delle Villi, mentre il secondo ha un carattere languido. Il duetto O soave fanciulla, tratto dal primo atto della Bohème di Puccini (Teatro Regio di Torino, 1° febbraio 1896), si segnala per il carattere passionale, mentre una certa malinconia promana O Mimì tu più non torni, tratto dal quarto atto. Uno struggente lirismo informa l’Intermezzo di Fedora (Teatro Lirico di Milano, 17 novembre 1898) di Giordano basato sul tema della romanza di Loris Amor mi vieta, come un acceso lirismo contraddistingue la commovente romanza di Maddalena, La mamma morta tratta dall’Andrea Chénier (La Scala, 28 marzo 1896). Se in Nemico della patria Gérard medita sulla sua nuova condizione di servo della violenza e anche della lussuria, Vicino a te s’acqueta è il commovente duetto cantato da Chénier e Maddalena prima di salire entrambi sulla carretta che li porterà al patibolo.

Riccardo Viagrande

«Da Bellini in poi»
Gianluca Marcianò direttore
Alessandra Di Giorgio soprano
Max Jota tenore
Serban Vasile baritono
Orchestra Sinfonica Siciliana

Vincenzo Bellini

I Capuleti e i Montecchi, Sinfonia
Norma, «Casta Diva»
I Puritani, «Ah! per sempre io ti perdei»

Giuseppe Verdi

Aida, «Celeste Aida»
Il trovatore, «Tacea la notte placida», «Il balen del suo sorriso», «Di quella pira»

Giacomo Puccini

Le Villi, «La tregenda»
La bohème, «O soave fanciulla», «O Mimì, tu più non torni»

Umberto Giordano

Fedora, Intermezzo, Atto II
Andrea Chénier, «La mamma morta», «Nemico della patria», «Vicino a te»

In collaborazione con Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana.

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