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Scale, terrazzamenti e altari: nell'area archeologica di Solunto spuntano nuovi tesori

Sono venuti alla luce durante gli scavi coordinati dagli esperti dell’università. Domenico Targia, direttore del parco archeologico: «Ci sono tecnologie d’avanguardia, ma servono fondi»

I terrazzamenti e le scale venuti alla luce a Solunto

Sono durati alcuni mesi gli ultimi scavi effettuati nell’area archeologica di Solunto (in territorio del comune di Santa Flavia, alle porte di Palermo) da parte di archeologi, laureandi e studenti dei corsi di laurea triennale e magistrale del Dipartimento Culture e Società dell’Università di Palermo. Si è lavorato soprattutto nell’area sacra e sono venuti fuori dei terrazzamenti, scale che hanno dato una visione più ampia e articolata dei vari collegamenti. La presentazione dei nuovi scavi si è svolta a villa De Lisi, all’interno del parco archeologico.

A coordinare l’evento c’era Domenico Targia, direttore del parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato, con la collaborazione di Antonella Imboccari, presidente dell’associazione Pro Loco di Santa Flavia e di Giusj Galioto, archeologa. Sono intervenuti Lisa Chiara Portale, Gilberto Montali e Massimo Limoncelli, professori di archeologia classica, del dipartimento culture e sociale dell’università , Giovanni Polizzi, ricercatore di metodologia della ricerca archeologica del dipartimento culture e società dell’ateneo e Laura Schepis, dottoranda in scienze della cultura del dipartimento culture e società dell’università di Palermo.

«L’università - dice Domenico Targia - insieme al parco, ha dato conto dei risultati, sovvertendo un modus operandi precedente, in cui le università facevano gli scavi senza dare notizia dei risultati al territorio. Da più di un anno abbiamo la possibilità di utilizzare personale, composto da esperti, che non sono solo archeologi, ma anche ricercatori e universitari. Si sono fatti dei rilievi fotografi notturni con laser e termografia assiale, si tratta di attrezzature all’avanguardia che possono restituire visioni straordinarie come quella che era la casa delle maschere senza interventi invasivi. È prevista la realizzazione di un video con dati certi».

Le scoperte hanno riportato alla luce delle strutture nei pressi del teatro. «La forma del teatro -racconta Targia- era all’interno di un complesso di edifici. È stata scoperta una scala centrale. Adesso conosciamo il rapporto della città con il suo teatro. Scoperti anche dei terrazzamenti straordinari e degli altari». Su quanto ancora è sottoterra della città di Solunto, il direttore Targia dice: «C’è ancora tanto. Abbiamo bisogno di finanziamenti». Con una nota l’università sottolinea che «l’area sacra di Solunto, inserita nella temperie urbanistica e architettonica di età ellenistica ma con tratti di assoluta originalità, frutto di una peculiare commistione tra elementi di tradizione greca ed altri riferibili indubbiamente alle radici puniche e semitiche della colonia soluntina. Ciò emerge nel complesso centrale teatro-tempio, di grande impatto scenografico».

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