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Palermo, ecco perché i conti del Teatro Massimo tornano a sorridere

Il Teatro Massimo (foto di Rosellina Garbo)

Il bagno a mare il primo gennaio non c’è stato, ma il teatro è salvo. Al Massimo è stato tirato su il gonfalone della grandi occasioni. Perché non era per nulla scontato che il primo anno post Covid avrebbe avuto un segno più nei conti, visto quello che sta succedendo in altre fondazioni italiane, dove arrivano commissari e si va in dissesto; cosa che il Teatro Massimo di Palermo non si può permettere, visto che deve tener fede al piano di risanamento ministeriale da cui potrebbe uscire già l’anno prossimo. Per il sovrintendente Marco Betta è un bel trionfo: aveva annunziato un bagno a mare a gennaio scorso se il bilancio si fosse chiuso in pareggio e così è stato, anche se siamo a giugno; le sue occhiaie la dicono lunga sulle nottate in bianco, ma basta sedersi al pianoforte e passa tutto: e lui, che è uomo di note e non di conti, finalmente può rilassarsi. E guardare con la consueta «ariata» (camillerianamente parlando) da ragazzino chi lo dava in fuga dopo qualche mese, assediato da masse artistiche, sindacati e creditori.

Niente di tutto questo, il possente lascito di Francesco Giambrone è in sicurezza, ha chiuso il 2022 con un utile netto che sfiora i 100 mila euro e un valore totale della produzione che supera di parecchio i 31 milioni. Il pubblico è tornato, of course, la scelta di opere molto amate ha regalato parecchi sold out (e ora Betta può varare la «sua» stagione), e le visite guidate per la prima volta fanno arrivare nelle casse del teatro un altro milione di euro.

I numeri: 76 produzioni e 237 recite che hanno generato ricavi per un totale di 2 milioni e 565 mila euro, con l’incasso per Nabucco che più alto dal 2018 (covid a parte). Sono tornate le scuole, i visitatori sono stati 130 mila, l’affitto delle sale ha aggiunto altri 300 mila euro. E finalmente è di nuovo possibile gustare un cocktail o un tramezzino alla buvette, dolorosamente chiusa da due anni; si affacciano anche un paio di partner privati: Cassa Depositi e Prestiti sostiene le orchestre giovanili e Palazzo Butera ha stretto un accordo sul filo dell’arte. Una grossa mano l’ha data il sindaco, e non solo perché ha garantito un contributo che in certi giorni è parso un’altalena - Regione e Ministero hanno garantito subito il loro -, ma perché ha fatto da ombrello al sovrintendente, guai a chi lo tocca, politici in testa. E sono ancora in tanti a guardare a quella poltrona.

«Il Comune era chiamato a garantire continuità amministrativa e l’operazione messa in campo dall’amministrazione ha permesso di metterlo in sicurezza, confermando il contributo anche per i prossimi anni. Ringrazio il sovrintendente Marco Betta e i lavoratori per il loro instancabile impegno» dice Roberto Lagalla. E Marco Betta giustamente lo ringrazia. «Siamo stati attenti ai costi e abbiamo avuto un incremento dei ricavi: un risultato importante raggiunto con il Consiglio d’indirizzo, i revisori e tutti i lavoratori del Teatro, coesi e compatti nei momenti più critici. E ringrazio il pubblico che non ci ha mai fatto mancare il suo sostegno».

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