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La Cuba di Palermo, sollazzo regio con al centro l'edificio fatto costruire da Guglielmo II

La Cuba di Palermo

Il complesso monumentale della Cuba di Palermo si trova al di fuori delle mura urbane, nell’originario luogo del Genoard, giardino-paradiso di impronta islamica, ricco di «orti amenissimi» e di acque, chiuso da un recinto. Perno del complesso è il palazzo della Cuba, uno degli ultimi sollazzi regi di epoca normanna, edificato nel 1180 da Guglielmo II, destinato ad accogliere le attività di diletto della corte.

L’edificio elevato su un’alta zoccolatura si specchiava in un bacino d’acqua, esistente verosimilmente sino al XVI secolo. Divenuta proprietà privata, nel corso del tempo la Cuba è destinata ad un progressivo declino, subendo anche vandalismi e saccheggi, già nel XIV secolo durante l’assedio delle truppe angioine. Contestualmente ai diversi passaggi di proprietà subentrati nel corso dei secoli, la Cuba viene adattata a diverse destinazioni d’uso; riacquistata dalla Regia Corte, durante la peste dilagata a Palermo nel 1575, diviene lazzaretto.

A partire dal XVII secolo, la Cuba con le sue pertinenze viene destinata ad usi militari, inizialmente per l’accoglienza di soldati mercenari, successivamente come «quartiere cavalleria dei Borgognoni». L’assetto e la consistenza del quartiere militare è documentato dai rilievi eseguiti nel 1751 da Josef Valinruela: la Cuba indicata come «Casa alta detta la torre» è inserita nel sistema logistico della caserma, adattata per alloggi degli ufficiali e deposito armi. Il resto della caserma si sviluppa in corrispondenza della parte orientale dell’antica peschiera: i fabbricati degli alloggi dei soldati distribuiti sul terrapieno innalzato lungo gli argini, le scuderie sul piano di sedime del bacino, utilizzato come piazza d’armi.

Divenuta di proprietà del Demanio dello Stato, rimasta all’interno di un presidio militare, oggi noto con la denominazione di Caserma Tukory, con verbale del 28 ottobre 1921 la Cuba transita al Ministero della Pubblica istruzione e viene consegnato al Soprintendente ai monumenti Francesco Valenti. Nell’assetto attuale del complesso monumentale, il fabbricato esteso lungo l’antico stradone di Mezzomonreale, oggi corso Calatafimi, costituisce un forte segno architettonico e urbanistico, identificativo del luogo; inoltre, include le strutture dell’ingresso principale, connotato da un motivo decorativo nella parte superiore.

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