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Orchestra Sinfonica Siciliana, botta e risposta tra i sindacati e l'ex direttore artistico Fratta

Gianna Fratta

Che ci fosse guerra aperta tra i sindacati e l’ex direttore artistico della Foss Gianna Fratta, si era intuito da tempo. Ma il direttore artistico, decaduta con la fine del commissariamento dell'Orchestra Sinfonica Siciliana, ha più volte sottolineato che si tratta di pochi sindacalisti e il suo rapporto con l’orchestra resta ottimo.

I sindacati ieri hanno diffuso una nota in cui chiarivano che «il rapporto di collaborazione col maestro Fratta è da ritenersi esaurito e concluso». Quindi, stop, non si deve parlare di un nuovo contratto, almeno non per i sindacati che già a fine gennaio avevano deciso contro la governance, lo sciopero che fece saltare il concerto di Gidon Kremer: oggi è guerra di numeri, i sindacati parlano di un’adesione del 50 per cento, la Fondazione a gennaio aveva reso noto che avevano aderito 32 orchestrali su 132.

Ma da allora le cose sono cambiate, il commissario è decaduto e la Foss ha un consiglio di amministrazione e, a breve, anche un nuovo sovrintendente che dovrà scegliere il direttore artistico. Il clima, però, resta arroventato e lo stesso presidente della Regione Renato Schifani fa intendere che potrebbe arrivare un nuovo commissario, se non si dovessero trovare pace e serenità e un quadro corretto di rapporti.

«È una catena che va avanti da anni: alla Foss una governance non dura mai più di un anno. All’inizio tutto ok, poi si rompono i piatti: ma è normale questo modo di fare? A chi giova questo balletto?», si chiede Gianna Fratta. I sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal hanno ricordato al direttore Fratta di non avere mai parlato sulla nomina del sovrintendente Di Mauro, «che ha scavalcato professionalità interne alla Foss con livelli di inquadramento superiori»; che non ha voluto comunicare la stagione estiva (già presentata al ministero), in maniera da contrattualizzare i musicisti; e nonostante si sia lanciata contro l’opera proposta dalle fondazioni orchestrali, «di aver programmato (domani e sabato) una selezione dal Flauto magico molto costoso: 100 mila euro per due concerti».

«Io non posso e soprattutto non devo entrare in questioni che attengono il commissario come è la scelta di un sovrintendente - ribatte Gianna Fratta -. Il resto è ignoranza di normativa, perché le formazioni orchestrali possono fare opere in forma di concerto (e non in forma scenica). Solo queste sono ammissibili ai contributi ministeriali. Quindi è corretta questa forma per sia il Flauto che per il Castello di Barbablù di Bartok. Per quanto riguarda i costi, sono di 55 mila euro per il cast e il direttore per due concerti, basta controllare i cachet».
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