Tra i maggiori talenti della nuova generazione di direttori d'orchestra il M° Michele Spotti dirige martedì 13 settembre alle 20:30 in Sala Grande l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo con un programma nel segno di Goethe. La prima parte del concerto è dedicata al capolavoro di Felix Mendelssohn Die erste Walpurgisnacht (La prima notte di Valpurga), cantata per soli, coro e orchestra, mentre nella seconda parte sarà eseguita la Symphonie fantastique di Hector Berlioz. Cantano, il baritono americano John Chest, il tenore Antonio Mandrillo, che sarà impegnato al Teatro Massimo ne Il matrimonio segreto a fine mese, e il mezzosoprano Irene Savignano. A dirigere il Coro del Teatro Massimo il Maestro Salvatore Punturo.
Il concerto prende le mosse dalla Walpurgisnacht (Prima notte di Valpurga) cantata per soli e coro, scritta da Mendelssohn nel 1841, tratta dalla ballata omonima di Goethe che esalta le forze pagane della natura e il panteismo. Il titolo rievoca la leggenda popolare che colloca nella notte di Santa Valpurga, tra il 30 aprile e l’1 maggio, l’antica celebrazione dell’inizio della primavera, in parte assorbita nel cristianesimo in festività tollerate e ripropone la prima celebrazione, con druidi e fedeli che eludono i controlli delle guardie cristiane per radunarsi sul monte ad attendere l’arrivo della prima luce. La notte di Santa Valpurga fu poi considerata la notte delle streghe che si riuniscono per il sabba e per evocare il diavolo. La strada audacemente intrapresa da Goethe e Mendelssohn, che trova consonanze anche nella Norma di Bellini e Romani, fu poi seguita da Stravinsky con Le sacre du printemps, altra rivisitazione dei miti pagani della primavera. Mendelssohn segue il testo di Goethe ma accentua il ruolo del coro, creando un dialogo con i solisti che in Goethe è solo accennato, e scegliendo di dilatare lo spazio dedicato alla “tregenda”. Le due sezioni più lunghe infatti sono l’ouverture e la notte di Valpurga vera e propria.
Anche la seconda parte del concerto prosegue sotto l’influenza di Goethe con un altro capolavoro come la Symphonie fantastique di Hector Berlioz composta, come lo stesso compositore affermava, sotto l'influenza della lettura del Faust. Tra le più note ed eseguite di Berlioz, la Sinfonia fantastica inaugurò la serie di composizioni sinfoniche a programma (sottotitolo “Episodi della vita d'un artista"). Componendo sotto l’influsso di una delusione sentimentale che lo ossessionava, Berlioz tracciò un vero e proprio programma, attribuendo a ogni pezzo della composizione un preciso contenuto narrativo e traducendo in immagini musicali le sue sensazioni. Come l’immagine dell’amata che si trasforma in una melodia e ritorna continuamente come "idèe fixe". La Sinfonia fantastica, primo esempio di questo genere di musica, ebbe reazioni controverse e fece conquistare al suo autore la ribalta musicale internazionale per la novità del suo linguaggio orchestrale che ne fa ancora oggi un capolavoro fra i più interessanti anche dal punto di vista strutturale.
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