Esce in libreria “Bonjour Casimiro”, romanzo di Alberto Samonà, pubblicato per Rubbettino Editore. Il libro tratteggia la vicenda di un uomo contemporaneo che si reca nei luoghi in cui visse il barone Casimiro Piccolo, acquarellista e fotografo, il quale, a partire dal 1932 scelse di abbandonare Palermo e i salotti ovattati della nobiltà cittadina, per trasferirsi nella villa di famiglia sulle appartate colline di Capo d’Orlando. Un ritiro dalla città voluto dalla madre, Teresa Mastrogiovanni Tasca, che Casimiro condivise con il fratello, il celebre poeta Lucio Piccolo, e con la sorella Agata Giovanna, esperta di botanica.
Un viaggio che mette insieme reale e visioni immaginifiche
La villa spesso era frequentata anche dal cugino Giuseppe Tomasi di Lampedusa che amava soggiornarvi per ritrovare qui un’atmosfera familiare e cercare spunti per “Il Gattopardo”, quello che sarebbe stato il grande capolavoro letterario del Novecento. Quel luogo, incastonato fra il mare e i monti Nebrodi, in realtà non rappresentò mai una chiusura, ma l’occasione per guardare il mondo che cambiava da un punto di osservazione altro, in cui anche spazio e tempo sembravano assumere un senso differente dall’ordinario.
Le pagine di questo romanzo rappresentano un viaggio, un’immersione del protagonista nell’universo di Casimiro, popolato da gnomi, ninfe, maghi, folletti e da altri spiriti della natura che il barone-artista affermava di incontrare nelle lunghe passeggiate notturne per i giardini e le campagne della tenuta e che immortalava nei suoi acquerelli a tema magico. Un viaggio fra vicende di tempi andati e dimensione contemporanea, che mette insieme reale e visioni immaginifiche, a volte surreali, nelle quali il narratore si confonde a più riprese con il protagonista del libro, quasi fosse il suo “doppio”.
Un romanzo che assume la forma del saggio
“Bonjour Casimiro”, che ha come sottotitolo “Il barone e la villa fatata”, è un romanzo che per la presenza di elementi descrittivi, a tratti sembra assumere la forma del saggio per poi tornare a una dimensione narrativa: una commistione di stili voluta dall’autore quasi come gioco letterario, corroborato dalla presenza di una bibliografia finale di riferimento. Ed è un attraversamento delle regole ordinarie spazio-temporali, con incontri e contesti di riferimento impossibili e il disvelarsi graduale di una verità che sovrappone realtà e mondi onirici o forse paralleli. Sullo sfondo, memorie di antiche famiglie aristocratiche siciliane che, attraverso questo elegante affresco narrativo, oltrepassano gli anni per giungere fino a noi. Alberto Samonà, scrittore e giornalista, per un decennio è stato consigliere della Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella che ha sede proprio nella storica Villa Piccolo, dove la vicenda è ambientata. Da maggio 2020 è assessore della Regione Siciliana con delega a Beni Culturali e Identità Siciliana, anche se il libro è stato scritto nel periodo immediatamente precedente, quello del cosiddetto “primo lockdown” .
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