Salvo Piparo torna in piazza. E parla, cunta e discorre in e sul dialetto siciliano. Domani, mercoledì 4 agosto, alle 18.30, in piazzetta Bagnasco, l'attore e cuntista presenta il suo Lo Scordabolario (Dario Flaccovio Editore): un dizionario insolito e creativo delle palore palermitane - come le chiama - perdute e riattualizzate dall’attore e cuntista. L'evento è organizzato dalla casa editrice Dario Flaccovio in collaborazione con la Mondadori Point Palermo di via Mariano Stabile. Dialogano con l'autore Tiziana Martorana (giornalista) e Vito Discrede (filosofo).
Nato tra uno spettacolo e l’altro, quasi per gioco, Lo Scordabolario di Salvo Piparo, attore e cuntista palermitano, mette insieme vocaboli di ogni sorta, per ripensarli, rinominarli e dargli allora un nuovo valore. Nasce così un breve dizionario emozionale delle parole della tradizione siciliana. Perché i palermitani una cosa la sanno: cu avi lingua passa u mari (letteralmente: «chi ha lingua attraversa il mare»), questo perché il palermitano non è padrone manco a casa sua, ma della sua lingua lo è, eccome. E tra le parole più usate c’è la semplice cosa: Sei cosa da prenderti a legnate, Sei una cosa inutile, C’è cosa?, Cosa fitusa!. Oppure a chi chiede un favore: Assessò, ma quella cosa? E la risposta lapidaria: Quella cosa sta camminando! Nel tempo certe parole si sono impossessate di nuovi pubblici, altre invece sono state dimenticate, come calzini sporchi in fondo al bucato. In questo libro Piparo diventa affabulatore e linguista, mischiando vocaboli antichi e moderni.
Salvo Piparo è custode delle più antiche memorie, rilette con comicità e crudo realismo. Da anni racconta la Sicilia e le sue mirabili storie di vita e leggende popolari. Ricercatore attento delle tradizioni, rievoca la storia attraverso la tecnica del cunto. Da sempre interprete dei testi di Salvo Licata, divide la scena con la figlia del giornalista e autore teatrale scomparso, Costanza Licata, oltre a essere egli stesso autore di numerose produzioni teatrali. Testimonial per Unicef, da anni è impegnato in un progetto laboratoriale di teatro sociale dal titolo La città raccontata, rivolto a tutti coloro che hanno una storia da raccontare.
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