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"Portami ancora al mare", il secondo romanzo della giornalista Giada Lo Porto

C'è tanta Palermo, ci sono le balate della Vucciria e ci sono i bimbi di periferia che non hanno mai visto il mare e che giocano a farsi innaffiare col tubo da chi fa manutenzione nei palazzi fatiscenti. È uscito il primo ottobre il secondo romanzo della giornalista palermitana Giada Lo Porto "Portami ancora al mare" (Giulio Perrone-Erudita) presentato in anteprima al festival Una Marina di Libri.

Racconta una storia di affetto e lealtà lunga vent'anni, sullo sfondo dell'emergenza mondiale che ci ha travolto. Una storia fatta di buoni sentimenti, veri, lontani dal clic a cui siamo abituati ormai attraverso i social dove una persona vale l'altra, dove non ci si sforza neppure di lottare per qualcosa che ne valga davvero la pena, dove probabilmente non si riconosce neppure cosa la vale questa pena.

E per farlo Giada questa volta si mette nei panni di un uomo e immagina il flusso di pensieri che ognuno di noi dentro ha ma che, nell'uomo, spesso stenta a uscire. Il protagonista è un giovane medico che si trova a fare i conti con l'emergenza ma pure con i suoi sentimenti. "È stata una sfida, ho scelto la figura del medico perché era una delle figure che in quei giorni hanno continuato a svolgere il proprio lavoro e in cui poter costruire questa antitesi tra lucidità in corsia e confusione nella vita privata. Ma in realtà dentro di me c'era l'urgenza di raccontare il cumulo di emozioni sospese tra lo stomaco e il cuore per far comprendere che è meglio farle uscire e che ce ne rendiamo conto in questi momenti particolari, forse troppo tardi. E poi volevo raccontare la mia Palermo che non è solo centro ma anche tanta periferia, come atto di denuncia verso delle realtà spesso dimenticate".

LA STORIA

Andrea è un giovane medico all'ultimo anno di specializzazione in medicina interna. Ha trent'anni e una carriera spianata, è fidanzato con Irene, la figlia del suo capo, il dottor Martini, il Professore come lo chiamano tutti, un uomo tutto d'un pezzo in cui Andrea ricerca l'approvazione che gli è mancata da ragazzo visto che il padre un giorno, di punto in bianco, ha deciso di abbandonare lui e la madre. Accanto a lui per vent'anni c'è sempre stata Annalisa, sono amici da sempre, da quando facevano il bagno nella stessa vasca, sempre insieme, non adesso, non parlano da sette mesi, da quando tra loro è cambiato tutto, il falò sulla spiaggia, una birra grande per due, non si sono fermati. Pensa a lei ma è troppo rischioso mettere a repentaglio il suo futuro per il brivido di una notte, non la cerca neppure adesso che fuori c'è un nemico invisibile che mangia il respiro alle persone. Fino a quando non se la ritrova lì, stesa su un letto d'ospedale, a lottare affinché il suo corpo torni sano.

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