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Don Matteo 12, un attore palermitano al fianco di Terence Hill: la storia di Dario Aita

Dario Aita

Un palermitano al fianco di Terence Hill in Don Matteo 12, ecco la storia di Dario Aita. Nato e cresciuto a Palermo, ha vissuto la sua infanzia e l’adolescenza nel quartiere Cruillas in periferia. Già dal liceo – ha frequentato il classico Meli - si è appassionato al teatro partecipando ai vari progetti scolastici. A 19 anni, poi, la decisione di frequentare l’accademia teatrale di Genova ed è proprio in quel periodo che è cambiata la sua vita.

Durante la permanenza in Liguria Dario Aita fu contattato dall’agente Alberto Capone, che gli fissò un appuntamento a Roma: “Non mi fidavo molto inizialmente, perché ero molto giovane e agli inizi. Addirittura non sapevo cosa facesse un agente nel mondo dello spettacolo, poi molti miei compagni d’accademia mi dissero che Capone era abbastanza conosciuto e che dovevo accettare l’invito. Così accettai, divenne il mio agente e lo è ancora adesso”.

Ma la gavetta è stata dura e ricorda quegli anni come un periodo molto difficile. “Non provengo da una famiglia abbiente, quindi non potevano supportarmi granché a livello economico, però hanno sempre creduto nel mio sogno – continua il 32enne -. In quel periodo per mantenermi facevo diversi lavoretti, anzi ogni tipo di lavoro”.

A Genova Aita iniziò a tutti gli effetti la sua carriera sia nel cinema che nel piccolo schermo facendo i primi provini. Il primo ad accorgersi del suo talento è stato il regista Renato De Maria, il quale gli affidò inizialmente un ruolo per il film "La prima linea" e poi uno nella serie "Il segreto dell’acqua" ambientato proprio a Palermo. Successivamente nel 2012 l’attore siciliano venne scelto da Luca Ribuoli per la serie "Questo nostro amore". “Con Luca ho un ottimo rapporto ancora oggi, a lui devo molto”, dice.

Infine, giovedì 16 gennaio il suo esordio in Don Matteo 12 per interpretare il personaggio Sergio La Cava “Un personaggio molto complesso, perché è uno che si è fatto sei anni di galera ed è un po' tormentato per vari motivi – spiega e poi assicura -. In Don Matteo ci sarò fino alla fine della stagione".

Il giovane attore palermitano ha spiegato quanto condiziona a volte l’interpretazione di un personaggio nella vita reale: “Capita che chi interpreti ti segni caratterialmente, a me è capitato quando interpretavo Rosario in ‘La mafia uccide solo d’estate’, perché era un personaggio molto esuberante e quindi iniziavo la giornata facendo battute scomode ad amici o conoscenti proprio per caricarmi, ma diventavo veramente insopportabile”.

Il futuro: “Non mi definisco semplicemente un attore, perché ritengo che questa definizione sia molto limitante, ma un artista perché faccio di tutto: sto in regia, decido i costumi e così via. Soprattutto quando lavoro con la compagnia 'nO (Dance first. Think later)', mia e della mia ragazza Elena Gigliotti”.

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