PALERMO. Ha il fascino dell’estetica, ma è anche un simbolo: un simbolo antimafia. Ecco il Teatro Massimo di Palermo raccontato dal New York Times. Già, Palermo con uno dei suoi volti più noti, che per una volta non è quello delle stragi di mafia, compare in bella mostra nella prima pagina del giornale, riempita da una grande foto del teatro pieno di spettatori.
La didascalia parla di un teatro sempre alla ricerca di modi per ampliare la sua offerta di spettacoli. Ed è il biglietto da visita del lungo articolo che compare a pagina 3, firmato dal giornalista Rod Nordland con le foto di Gianni Cipriano, in cui lo si presenta come maestoso: “In Europa, solo l'Opéra a Parigi e l'Opera di Stato a Vienna sono più grandi”.
Il New York Times celebra il Massimo e lo fa nell’anno di Palermo Capitale della Cultura 2018. “Un teatro d'opera con una storia che pochi luoghi artistici possono eguagliare”.
Il racconto dei momenti salienti che ne hanno caratterizzato la storia è affidato alle parole del sindaco Leoluca Orlando e del sovrintendente Francesco Giambrone: tra le righe trovano spazio i 23 anni di chiusura, la decadenza di Palermo negli anni della guerra di mafia di cui il Massimo fu uno dei simboli, e poi la riapertura nel 1997 fino alla rinascita dei giorni nostri, ora che il teatro è tra le forze motrici di una città che prova a cambiare e come dice lo stesso sovrintendente “simbolo della fine del dominio della mafia".
Orlando ricorda la riapertura, quel 12 maggio del '97, uno dei momenti più importanti della sua carriera politica. Il teatro tornò a spalancare le sue porte chiuse dal '74 con un concerto della Filarmonica di Berlino diretta dal maestro Claudio Abbado. "La riapertura è importante per la storia della musica nel mondo, in Europa, in Italia, a Palermo", ha detto Orlando.
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