PALERMO. Trovare un linguaggio trasversale per esprimere la brutalità dell'Olocausto e ricordare chi non si è arreso alla persecuzione: è l'obiettivo della Giornata della memoria, istituita per legge in Italia 17 anni fa e che anche a Palermo è stata celebrata, allo Steri, dall'università degli studi.
In sala tantissimi studenti di diversi istituti superiori, dal Rutelli, al Regina Margherita, dal Meli al Cassarà, per citarne solo alcuni. Docenti e relatori si sono confrontati sul tema dello sterminio e dell'esilio. «Ogni anno questa giornata ci fa interrogare su come sia stata possibile tanta insensatezza e illogicità, questa riflessione deve servire da stimolo, la scuola e l'università non devono solo informare, ma formare uomini e donne», ha detto il rettore Fabrizio Micari.
«Ciò che si dimentica può inevitabilmente ritornare», ha scritto in un messaggio l'Ambasciata israeliana a Roma, che ha mandato un saluto letto dal docente Aurelio Anselmo.
Tra gli studenti presenti in sala un gruppo del liceo linguistico Ninni Cassara che ha scelto di ricordare attraverso la musica, classificandosi primi in Sicilia, in un progetto indetto dal Miur per celebrare la Shoah.
«Abbiamo scoperto il genere della 'musica concentrazionaria' cioè quella fatta dentro i lager - spiega Nina Cannella 16 anni, che suona il sassofono - eseguendo in un video brani classici, moderni, e jazz. La scommessa è stata pensare alla musica non come uno strumento di evasione, ma di espressione». In tutto sono stati 13 gli studenti coinvolti nel progetto, e ad aprile andranno per la prima volta in visita ai campi di sterminio ad Auschwitz.
A guidarli sono gli insegnanti Michela Alamia e Gianfranco Restivo che hanno fatto scoprire loro un genere, quello della musica nei campi, «testimoniata e salvata in Italia da un direttore di orchestra come Francesco Lotoro - spiega Restivo - che ha recuperato migliaia di spartiti scritti nei lager».
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