PALERMO. Festeggia il suo primo anniversario della sua apertura Villa Zito in via Libertà a Palermo.
Domani dalle 19 alle 23 con ingresso gratuito si terranno delle visite guidate, con partenza ogni trenta minuti. L'ultimo ingresso previsto è alle 22.15.
Al termine delle visite, la caffetteria offrirà un bicchiere di prosecco. Tutto ciò per celebrare il primo anniversario dell’apertura della pinacoteca.
Le sale espositive, di proprietà della Fondazione Sicilia, sono state infatti inaugurate lo scorso anno dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In mostra, al loro interno, più di trecento opere pittoriche, che vanno dal Seicento al Novecento, con capolavori di Mattia Preti, Luca Giordano, Salvator Rosa; i grandi paesaggisti dell’800 siciliano come Lojacono, Catti, Leto; artisti rappresentativi del ‘900, come Sironi, Carrà, De Pisis, Fausto Pirandello, Guttuso, Schifano.
Nella pinacoteca spazio anche all’arte contemporanea con una video installazione di Andrea Aquilanti, denominata “Conca d’oru”. Una sala di Villa Zito custodisce anche delle opere grafiche, concentrate sul tema della cartografia. La Villa, con i suoi giardini, si affaccia sulla Via Libertà di Palermo.
E’ consigliata la prenotazione al numero 091.7782180.
Villa Zito prende il nome da uno degli ultimi proprietari della dimora, il commerciante di agrumi Francesco Zito Scalici, che acquistò l’edificio nel 1909.
La villa ha però un’origine ben più antica: il Villabianca, infatti, riporta che la “casena” fu fondata da Gaspare Scicli intorno alla prima metà del Settecento. Nella seconda metà dello stesso secolo fu acquistata da Antonio La Grua, principe di Carini. Il distico ancora apposto sul portale d’ingresso che recita: “Hinc lites, strepitus, curae, hinc procul ite cadentes; hic reparent animos otia, rura, quies” (Restino lontane le liti, gli strepiti, gli affanni; qui diano riposo all’animo la pace, le campagne, la quiete), rispecchia il carattere “villereccio” della dimora. I principi di Carini, infatti, la acquistarono sulla scorta di una moda sempre più diffusa tra i nobili del periodo, quella cioè di possedere un rifugio posto al di fuori delle mura cittadine ove soggiornare nei periodi più miti dell’anno.
Nel 1926 il Banco di Sicilia acquistò la villa per allocarvi gli uffici del Credito Agrario e del Credito Fondiario e nel 1983 la destinò a sede espositiva delle collezioni artistiche.
Nel 2005 poi la villa è stata acquistata dalla Fondazione Sicilia.
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