PALERMO. L’integrazione inizia a tavola: condividere ricette e piatti tipici per sviluppare il dialogo interculturale fra le diverse comunità etniche della città. Prende il via “Cucina sapurita”, il progetto del nodo di Palermo di Mondo Comunità e Famiglia, che consiste in un “laboratorio” di integrazione culturale attraverso un corso di cucina etnica.L’obiettivo del progetto è favorire l’incontro e il dialogo tra persone provenienti da Paesi diversi attraverso la condivisione del cibo e lo scambio di ricette tradizionali.
Durante gli incontri laboratoriali, di volta in volta, i partecipanti di ciascun Paese cucineranno e presenteranno, insegnando agli altri, una pietanza tipica della propria tradizione culinaria.
Il primo appuntamento, aperto al pubblico su invito, sarà domani14 dicembre, a partire dalle 20.00, all’interno del ristorante e spazio co-working “Moltivolti”, in via Mario Puglia 21, a Ballarò.
Protagonista della serata sarà la “Caponata siciliana” nelle sue tre varianti: l’originaria con il pesce capone; l’aristocratica barocca, che aggiunge il polpo come ingrediente “principe” e la povera, la più comune, cioè quella con le melanzane.
“Chef” per un giorno e narratori della propria cultura. Cinque le comunità etniche rappresentate nel progetto: Sicilia, Tunisia, Bangladesh, Gambia e Afghanistan.
Ad ogni incontro ciascuna di esse proporrà e cucinerà un piatto tipico, a cui seguiranno una presentazione video e una degustazione.
Ecco il “menù” finale di “Cucina sapurita”: Caponata siciliana, nelle sue varianti: originaria col capone, barocca col polpo e povera (la più comune con le melanzane); Cous Cous tunisino (con carne e con verdure); Biryani bengalese (riso con carne); Mar Marò gambiano (riso con crema di arachidi) e Mantù afghano (ravioloni con carne).
Inserito all’interno del più ampio progetto nazionale “Semi di comunità” dell’associazione Mondo Comunità e Famiglia (Mcf), finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, “Cucina sapurita” nasce come un percorso di accompagnamento vicendevole tra alcune famiglie palermitane e immigrate, volto alla condivisione delle singole tradizioni di cucina, quale mezzo per attuare una conoscenza reciproca e personale che apre alla relazione e al dialogo interculturale, diffondendo, soprattutto in questo difficile periodo storico, i valori del rispetto, della tolleranza e della condivisione fra etnie diverse che convivono nello stesso territorio.
“Questa iniziativa vuole dimostrare che è possibile fare incontrare persone e famiglie di diverse etnie a partire dalle diversità che piacciono, quelle che si gustano in cucina – dichiara Nino Spitalieri, responsabile del nodo e presidente di Acf Sicilia - . Infatti a differenza delle diversità culturali, storiche e religiose, che se non conosciute ci fanno temere per la nostra integrità , quelle legate alla cucina ci attraggono, ci incuriosiscono, vengono percepite come nuovi sapori che arricchiscono il nostro palato, nuove ricette da aggiungere alla nostra raccolta. E la nostra scommessa sta proprio qui: partire dalla condivisione di ciò che è gustoso per creare relazioni personali che permettano di farci conoscere e apprezzare anche ciò che è altro da noi”.
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