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Migrazione e disperazione, a Castelbuono le foto di "Lipadusa"

E' un progetto sull'identità di Lampedusa. Fino all'8 marzo

PALERMO. Sarà inaugurata domenica prossima 7 dicembre alle ore 12, al Museo Civico di Castelbuono, la mostra fotografica Lipadusa, storie di vita e di mare, personale di Calogero Cammalleri, realizzata in collaborazione con Fabrica, centro di ricerca sulla comunicazione di Benetton Group. La mostra, che resterà aperta fino all'8 marzo, presenta una selezione di fotografie tratte dal libro Lipadusa, pubblicato da Fabrica lo scorso settembre, dopo una residenza di Calogero Cammalleri a Lampedusa durata otto mesi. L'esposizione rientra nell'ambito del programma del Museo Civico come "osservatorio" sul Mediterraneo.

Lipadusa è un progetto sull'identità di Lampedusa. Divenuta suo malgrado sinonimo di migrazione, di tragedie in mare, di disperazione e miseria, Lampedusa si presenta in questa mostra nella sua veste più autentica e profonda. Le fotografie di Calogero Cammalleri, studente a Fabrica, e il testo della giornalista Silvia Giralucci raccontano l'unicità di Lampedusa: geograficamente già Africa, ma politicamente ancora Italia. Le fotografie esposte ritraggono lo scorrere della vita di pescatori, bambini e animali di Lampedusa, impressioni oniriche, attimi colti in bianco e nero, sfocati nella trasfigurazione di una realtà senza tempo.

Diventato una presenza familiare per gli isolani, Cammalleri è riuscito a superare l'iniziale diffidenza di chi ha visto troppe telecamere e macchine fotografiche alla ricerca di uno scoop. Calogero è lui stesso un migrante di ritorno: partito a tre anni con la sua famiglia dalla Sicilia per la Germania, torna nella sua terra dopo diciassette anni a cercare le sue origini.

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