PALERMO. Gran debutto, ieri sera, della favola boema di Weinberger, Švanda dudák per la regia di Axel Köhler, in prima italiana al Teatro Massimo di Palermo (in scena dal 19 al 26 ottobre). L’opera, nel sontuoso allestimento, della Semperoper di Dresda, dove è andato in scena nel 2012, ha portato sul palco affabulanti sfumature, quadri pittoreschi con i preziosi costumi e gli inaspettati effetti scenici in cui prendono vita i canti e gli sferzanti balli popolari, che alternano a momenti lirici alcuni più divertenti. Sono tutti elementi che affondano nella tradizione folcloristica slavo-tedesca, in cui convergono melodie tradizionali, spunti jazz, idee di matrice pucciniana e riferimenti alla tradizione colta di Smetana e Dvorak.
L’opera di matrice boema è tratta da un dramma di uno degli scrittori più rappresentativi del romanticismo ceco, Josef Kajetán Tyl, che ha rielaborato alcune fiabe della Boemia meridionale: terra di suonatori di cornamusa (come il protagonista, Švanda), di storie che affondano nelle alchemiche leggende popolari gremite di diavoli ed elementi magici. Al centro della narrazione vi è comunque la rappresentazione di una vita semplice e della gioia che ne deriva. Miloš Kareš, amico personale di Weinberger e autore del libretto di Švanda dudák, ha riscritto in modo molto libero il dramma di Tyl, integrandolo con spunti tratti da fiabe slave; riducendo il numero dei personaggi e semplificando la trama suddivisa in due atti.
L’opera assai conosciuta nel proprio Paese e nell’Europa orientale, in Italia non gode di altrettanta fama, si è infatti avuta una sola esecuzione radiofonica in italiano nella stagione della RAI di Milano del 1958 con il soprano Leyla Gencer nel ruolo della protagonista femminile Dorotka. Interpreti vocali Vladimír Chmelo e Pavol Kubáň nel ruolo di Švanda; Marjorie Owens e Isabela Matula in quello di Dorotka; Babinský è invece interpretato da L’udovít Ludha e Peter Berger, La Regina Cuordighiaccio è Anna Maria Chiuri; Lo Stregone Roberto Abbondanza; Il Giudice - Luogotenente dell’inferno e Primo Lanzichenecco Alfio Marletta; Il Boia e Famulo del Diavolo Timothy Oliver; Il Diavolo Michael Eder; Secondo Lanzichenecco Gianfranco Giordano / Cosimo Diano. Sul podio dell'Orchestra del Teatro Massimo, Mikhail Agrest; il Coro del Teatro Massimo è diretto da Piero Monti. Le scene sono di Arne Walther e i costumi di Henrike Bromber.
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