
«C'era stata poco prima una rissa. Una banale lite, come accade spesso soprattutto la notte. Mio nipote è uscito per cercare di interromperla. Ha detto al gruppetto di smetterla e andare via perché loro stavano lavorando. A questo punto uno avrebbe preso qualcosa in tasca e l'ha colpito».
È il racconto dello zio di Paolo Taormina, il giovane ucciso a Palermo davanti al locale gestito dalla madre e dal padre a due passi dal teatro Massimo. «Mio nipote era un lavoratore. Si occupava anche lui del locale gestito dalla famiglia - aggiunge - non si può morire così. No è possibile uccidere in questo modo un giovane di 21 anni. Non so come ci potremo riprendere da una perdita così grave».
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