
«Ci conosciamo, mi chiamo Giuseppe… 1500 a Pasqua e 1500 a Natale». Oppure: «Digli che va a prendere i soldi altrimenti finisce male». Sono alcune delle intimidazioni pronunciate davanti a due cantieri e a un negozio, accompagnate persino dal lancio di un bidone di benzina oltre il cancello di un’impresa edile. Un ritorno alla vecchia pratica delle estorsioni che gli investigatori ritenevano indebolita dopo i blitz dei mesi scorsi che avevano decimato il gruppo degli esattori del mandamento di Porta Nuova.
E invece, secondo l’ordinanza del gip Filippo Serio, Giuseppe Frangiamore, 53 anni, e Giovanni Montoro, 35 anni, avevano tentato di imporre il pagamento del pizzo presentandosi come emissari della famiglia della Noce. Ma le vittime non hanno ceduto: hanno denunciato subito, permettendo agli investigatori di raccogliere gli elementi necessari fino all’arresto dei due esattori da parte della Squadra mobile e del Servizio centrale operativo della polizia, su delega della Direzione distrettuale antimafia.
Le indagini, condotte tra maggio e giugno e culminate adesso con l’ordinanza di custodia cautelare, hanno ricostruito tre diversi tentativi di taglieggiamento ai danni di due imprenditori e di un commerciante. Fatti confermati grazie alle loro dichiarazioni, alle immagini delle telecamere di sorveglianza e alle intercettazioni che hanno consentito di individuare con certezza i due indagati finiti in manette.
Un servizio completo di Fabio Geraci sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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