Morte Onorato, la famiglia si oppone all’archiviazione: «Troppi punti oscuri»
La fascetta che stringe il collo da dietro, lo sportello posteriore destro dell’auto trovato semiaperto, la cintura di sicurezza allacciata, il prelievo al bancomat e perfino l’acquisto di un dolce poco prima di morire. Sono alcuni dei punti che i familiari di Angelo Onorato ritengono incompatibili con l’ipotesi del suicidio e che saranno al centro dell’opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dalla Procura e depositata il 26 agosto. La moglie, l’ex eurodeputato Francesca Donato, insieme ai figli Salvatore e Carolina, assistiti dall’avvocato Vincenzo Lo Re, hanno 30 giorni di tempo per depositare la loro memoria: secondo la difesa, nel fascicolo d’indagine ci sarebbero una serie di elementi che meritano ulteriori approfondimenti. Il corpo di Onorato, 54 anni, venne trovato il 25 maggio dell’anno scorso al posto guida della sua Range Rover, posteggiata nella corsia laterale di viale Regione Siciliana, con una fascetta di plastica al collo e una macchia di sangue sulla camicia. Molti dubbi riguardano l’ultimo movimento registrato dalla centralina alle 11.07: l’apertura dello sportello posteriore destro, proprio quello trovato semiaperto accanto al cadavere. Per la Procura «non sono stati rilevati sul corpo segni riconducibili a colluttazioni o altro genere di violenze» e «non emergono elementi utili per l’identificazione degli autori né per la ulteriore prosecuzione delle indagini». Ora toccherà al Gip stabilire se accogliere la richiesta di archiviazione o dare seguito all’opposizione dei familiari. Un servizio completo di Fabio Geraci sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi