
Restano in carcere Filippo Bruno, figlio del mafioso Natale, e Francesco Capizzi, accusati di aver chiesto il pizzo - con minacce e schiaffi - a un imprenditore del quartiere palermitano di Brancaccio che non ha pagato e ha denunciato l’accaduto ai carabinieri. I giudici del tribunale del Riesame hanno rigettato i ricorsi degli indagati.
Bruno e Capizzi erano stati fermati lo scorso 22 agosto dopo la denuncia della vittima e grazie alle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Giacomo Brandini e Francesca Mazzocco. Gli arresti erano scattati dopo circa tre settimane dall’esposto.
Secondo la versione dell’imprenditore, i due gli avrebbero chiesto di pagare 1.500 euro al mese (oppure 15 mila euro in un’unica soluzione) e successivamente di inserire nelle sue società una persona di loro fiducia. L’imprenditore, che è imparentato con la famiglia del capomafia Antonino Lo Nigro, avrebbe prima cercato di risolvere la questione attraverso la mediazione del fratello del boss, Cosimo Lo Nigro; ma alla fine di luglio, dopo circa un mese di pressioni e violenza, aveva deciso di raccontare tutto ai carabinieri.
Durante l’interrogatorio davanti al gip, Claudia Rosini, i due avevano deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere. Proseguono le indagini dei carabinieri per risalire agli altri complici che sarebbero coinvolti nella vicenda.
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