In città non si spara più soltanto quando di mezzo c’è la mafia o la criminalità organizzata. Oggi basta un nonnulla: una lite familiare, uno sguardo di troppo a una donna, un insulto. Il grilletto diventa la risposta immediata, e la città si ritrova prigioniera di una violenza che non conosce tregua. Un vero e proprio Far West dove le armi da sparo circolano con estrema facilità, e questo fenomeno non fa altro che alimentare paura e violenza. L’ultimo episodio risale al tardo pomeriggio del 4 settembre, quando a Ballarò vennero esplosi cinque colpi di pistola contro Antonino Madonia, 49 anni, padre del giovane boss in ascesa Vincenzo, detto Vincent. Colpito a un braccio, Madonia si è presentato da solo al Civico, senza collaborare con gli inquirenti. Le indagini si muovono lungo la pista passionale: un onore leso, sanato a colpi di pistola. Quella stessa sera due fratelli, Michelangelo e Antonino Serio, sono stati arrestati con due armi clandestine addosso. Ma non è solo questione di sparatorie. L’8 agosto, allo Sperone, una banale lite tra famiglie si è trasformata in una maxi rissa a colpi di mazze, caschi e coltelli. Due uomini sono finiti in ospedale in gravi condizioni, uno dei quali lotta ancora tra la vita e la morte. Le indagini hanno portato a sei provvedimenti cautelari: in carcere un diciassettenne accusato di tentato omicidio, mentre cinque maggiorenni sono stati sottoposti a misure restrittive per rissa aggravata. Scene di sangue che si ripetono con inquietante regolarità. Solo cinque mesi fa, a Monreale, una lite tra gruppi di ragazzi finì in una strage: tre giovani uccisi e due feriti, per qualche battuta considerata un’offesa da lavare con le armi. Azione clamorosa anche quella del dicembre scorso davanti ai cancelli del cimitero dei Rotoli quando venne crivellato di colpi Antonino Fragali, 43 anni, operaio in forza alla Reset, sopravvissuto per miracolo a quella scarica di piombo. A premere il grilletto sarebbe stato Francesco Lupo per vecchi rancori personali e un regolamento di conti. Una vendetta per il duplice omicidio di mafia del 2019, in cui morirono Giacomo e Antonino Lupo, fratello padre di Francesco. Nel capoluogo la violenza sembra esplodere ovunque, senza un codice e senza limiti. E non sempre servono faide mafiose per riempire le cronache di sangue: basta un pretesto, anche banale, per trasformare una discussione in un regolamento di conti.