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Droga a Falsomiele, le intercettazioni choc: «La cocaina brucia il naso, è amara»

Cocaina di scarsa qualità, «amara» e adatta solo alla «basatura». È quanto emerge da un’intercettazione del 18 novembre del 2020, riportata nell’ordinanza sull’operazione che ha permesso di sgominare il traffico di droga a Falsomiele.

Sergio Sangiorgio, ritenuto uno dei capi dell’organizzazione insieme a Giuseppe Caruso, discute con un fornitore di stupefacenti. La conversazione, captata dagli investigatori, ruota intorno alle difficoltà nello smercio al dettaglio: «Troppo bile con questa cosa da buttare... deve morire mia figlia... te lo giuro a mio figlio... per buttarla! Già io che ho avuto pure malora... magari l’ha presa... amara!... lascia stare il basare, magari ci arrivo ad uscire a novantasette non mi interessa, ma il tirare è brutta... brucia il naso... bile...».

Sangiorgio spiega di aver provato a spingere comunque quella partita di droga, pur consapevole dei rischi: «La sto spingendo tipo... deve morire mia figlia ti pare... dura dura!... per romperla ci vado con il martello... proprio bile... anzi ora dovrebbe venire uno e magari se ne prende qualche trentacinque... me lo sto spingendo così, che debbo fare!».

Il problema era nella qualità della sostanza, che al consumo per via nasale provocava bruciore e malessere. Per Sangiorgio, arrestato nel recente blitz, era utilizzabile soltanto per la basatura, cioè per la trasformazione della cocaina in crack tramite un lavaggio con acqua e bicarbonato: «Nel basare è buona... appena lei... quando tu la basi si fa il lavaggio con l’acqua e il bicarbonato e diventa crack in pietra, si pulisce... ma nel tirare gli scoppia il naso... non è buono... c’è prodotto chimico buttato».

Nella stessa occasione, Sangiorgio si concentra anche sul prezzo della cocaina all’ingrosso: «Quarantadue e mezzo... te lo giuro a mio figlio... lo sai che io... la cosa sono tutte fesserie... chi ha i soldi compra pure buono... e la cosa c’è!».

Un dialogo che, secondo i magistrati, fotografa con chiarezza il livello delle trattative, la gestione della piazza e le tensioni interne alla banda, divisa tra l’esigenza di garantire i rifornimenti continui e il rischio di perdere clienti per la scarsa qualità della merce.

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