
Violenza e sangue continuano a scorrere tra le strade di Ballarò, fino a sfociare in via Maqueda tra turisti e visitatori. Ieri sera (10 settembre), intorno alle 21, una quindicina di cittadini stranieri si sono affrontati con lanci di bottiglie e schegge di vetro nella zona tra via Torino e via Case Nuove. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che sono riusciti a fermare e identificare tre persone. Gli altri partecipanti alla violenza sono riusciti a dileguarsi tra le strade del centro storico, facendo perdere le proprie tracce.
A terra, nella stradina che conduce direttamente nel cuore dell'antico mercato, una pozza di sangue.
L'ennesima escalation che esplode a una settimana esatta dai cinque colpi di pistola sparati contro Antonino Madonia, 49 anni, padre del giovane boss in ascesa Vincenzo, detto Vincent. L'uomo è stato raggiunto da un solo proiettile e si è recato autonomamente all'ospedale Civico dove i medici lo hanno medicato. Alle forze dell'ordine non ha raccontato nulla.
La pista seguita dagli investigatori dei carabinieri e della Squadra mobile è quella passionale, di un onore leso e che poteva essere risanato soltanto a colpi di pistola. La stessa sera del tentato omicidio di Madonia, gli agenti della mobile hanno fermato due fratelli, Michelangelo e Antonino Serio, di 38 e 35 anni, trovati in possesso di due pistole con matricola abrasa, una beretta calibro 7x65 con tre colpi in canna e un revolver calibro 38 scarico (i proiettili erano nelle tasche di uno dei due fratelli).
Per il momento sono imputati di possesso di arma clandestina, capo d'accusa che è valso gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, ma si attende il lavoro della scientifica per comprendere se una delle due pistole ha sparato. I colpi che potrebbero essere stati esplosi dai fratelli Serio, però, potrebbero non essere stati diretti a Madonia: Antonino, infatti, è consuocero del quarantanovenne. Un rapporto, quello tra i due, che potrebbe aprire a nuovi scenari
La sparatoria di Ballarò, intanto, sarebbe stata preceduta da una rissa, sfociata poi nei colpi esplosi. E prima ancora da un conflitto a fuoco allo Sperone nei giorni precedenti, che potrebbe essere collegato alla sparatoria tra la via Naso e la via Grasso da un sottile filo di sangue.
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