
Bandiere palestinesi, cartelli colorati e striscioni con scritto «Fermiamo la barbarie, fermiamo il genocidio» hanno aperto oggi pomeriggio (6 settembre) il corteo per Gaza partito dal Foro Italico di Palermo. La manifestazione, promossa dalla Cgil e sostenuta da associazioni, collettivi e movimenti, si è svolta in sostegno della Global Sumud Flotilla, il convoglio internazionale di imbarcazioni civili che punta a rompere simbolicamente l’assedio della Striscia e a portare aiuti umanitari.
Il concentramento si è tenuto davanti a via Lincoln: da lì i partecipanti hanno sfilato lungo il litorale con bandiere palestinesi e della pace, raggiungendo la Cala dove, in conclusione, hanno preso la parola diversi attivisti. In mare, a fare da cornice, le barche a vela della Lega Navale che hanno accompagnato il corteo.
Tra i promotori figurano il Coordinamento per la Pace di Palermo, Arci, Acli, Anpi, il Presidio delle Donne per la Pace, la Fnsi, il Ciss, insieme a numerosi partiti del centrosinistra. Presenti anche Libera, il Coordinamento Universitario in Rivolta e l’Associazione Siciliana della Stampa. Accanto agli striscioni della Cgil spiccavano i cartelli dei collettivi studenteschi, quello dei medici con la scritta «La pace è l’unica cura» e lo striscione dei giornalisti siciliani «Libertà di stampa = democrazia».
Per Sergio Lima della segreteria regionale del Pd «Palermo e la Sicilia hanno risposto in maniera straordinaria all’appello della Cgil per dire no alla guerra e alla violenza a Gaza e in Palestina».
Il Coordinamento Universitario in Rivolta ha ribadito che bisogna «rompere l’assedio illegale di Gaza via mare, aprire un corridoio umanitario e porre fine al genocidio in corso del popolo palestinese». Secondo Cgil Sicilia, «c’è un popolo che vuole la pace e che non è disposto a guardare indifferente l’orrore, la disumanità, la violenza dell’esercito israeliano su Gaza e su quanti si prodigano per aiutarla o per documentare quello che sta accadendo».
L’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice è intervenuto con un messaggio di pace: «Vogliamo rimanere umani. È in gioco essenzialmente questo. Ogni potere costituito non può assolutamente chiedere alle coscienze di ciascuno di noi di perdere la propria natura umana. Per cui grazie alla vostra partecipazione».
Il pastore della Chiesa palermitana ha richiamato la responsabilità verso quanti tenteranno di rompere l’assedio: «Sappiamo che portiamo la grande responsabilità di quanti cercheranno di varcare quel valico che viene tenuto chiuso. Loro ci metteranno i loro corpi, le loro vite, i loro affetti, le loro professioni, le loro identità, ecco perché c'è bisogno che noi li sosteniamo. I loro sono corpi inermi che dicono solo la parola pace. No a ogni forma di violenza. Noi dobbiamo gridarlo».
Infine ha chiarito: «Non siamo contro nessuno, tanto meno contro gli ebrei, ma siamo contro gli ebrei fondamentalisti che non vogliono rendersi conto che il loro è un genocidio, che non possono occupare il territorio di una nazione. Corpi inermi, non violenza e pace a oltranza, queste le nostre direttrici».
Mobilitazioni si sono svolte anche negli altri capoluoghi siciliani. A Catania circa un migliaio di persone ha sfilato lungo via Etnea, dall’ingresso di Villa Bellini fino alla Prefettura. Davanti al Palazzo del Governo si sono tenuti diversi interventi e una delegazione è stata ricevuta dal prefetto, al quale è stato consegnato un documento con l’appello a «fermare il genocidio in corso».
Nei prossimi giorni dalla Sicilia partirà la Flotilla. La partenza era prevista per domani, ma è stata riprogrammata per attendere le imbarcazioni provenienti da Tunisia e Barcellona, rallentate dal maltempo.
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