
Tanto clamore, ma sul piano penale il caso si è chiuso con un’archiviazione. L’inchiesta sulla partecipazione della Regione a Cannes e Venezia non ha portato a nessun processo. Il Gip Patrizia Ferro ha escluso responsabilità per Lucia Di Fatta, allora dirigente generale del Dipartimento Turismo della Regione, assistita dall’avvocato Giuseppe Gerbino; per Nicola Tarantino, responsabile della Sicilia Film Commission, difeso dall’avvocato Massimo Motisi, e per Calogero Franco Fazio, dirigente del Turismo ad interim che firmò il decreto da 3,7 milioni per lo spazio alla rassegna cinematografica francese. Le ipotesi di reato di falso in atti pubblici e turbata libertà degli incanti sono cadute senza rinvii a giudizio: «Allo stato - scrive il giudice - non si ravvisano circostanze meritevoli di approfondimento, né ulteriori spunti investigativi da sviluppare».
Dal capitolo di Cannes hanno preso le mosse ulteriori sviluppi fino ad accendere un faro sul sistema di finanziamenti all’Assemblea regionale e alla Fondazione Federico II. Ed è proprio da qui che i pm hanno ricostruito un nuovo scenario, arrivando a contestare corruzione e peculato al presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno; alla sua portavoce Sabrina De Capitani che si è poi dimessa dall’incarico; all’attuale assessore al Turismo, Elvira Amata, e a Marcella Cannariato, presidente della Fondazione Dragotto e moglie del patron della società di autonoleggio Sicily by Car.
L’indagine archiviata riguardava una serie di affidamenti diretti avvenuti fra il 2021 e il 2022 alla Absolute Blue, la società lussemburghese guidata dal manager belga Patrick Nassogne, che aveva ottenuto contratti milionari per curare la presenza della Regione al Festival di Cannes e alla Mostra di Venezia.
Un servizio completo di Fabio Geraci sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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