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L’acchianata a Santa Rosalia: ai suoi piedi dolori e speranze

Palermo."L'Acchianata" per santa Rosalia a Monte Pellegrino. .Ph.Alessandro Fucarini.

È un atto di fede e devozione, di gratitudine per la salvezza dalla peste, una richiesta di grazia per sé e per i propri cari ma anche una tradizione, tra le più antiche, a cui la città è molto legata. L’acchianata a Monte Pellegrino è un rito che unisce religione e cultura. In tantissimi anche quest’anno hanno affrontato la salita nella Scala vecchia per raggiungere il santuario dedicato a Santa Rosalia. Il percorso, di circa 4 chilometri, in meno di due ore, serve a celebrare il ritrovamento del corpo miracoloso della Santuzza nel 1624, evento che liberò la città dalla peste.

Da allora l’acchianata si ripete ogni anno con il rituale di liberazione dai mali. Alcuni, in segno di penitenza o di ringraziamento per le grazie ricevute, percorrono la strada a piedi nudi. Altri sono in ginocchio per mantenere la promessa fatta alla Santa. E durante il tragitto affidano a lei necessità, desideri di guarigione, chiedono salvezza. In abbigliamento comodo e scarpe da ginnastica, uomini, donne, giovani e anziani percorrono la strada acciottolata. Ciascuno con uno spirito diverso.

C’è chi recita il rosario, chi cammina in silenzio. Alcuni si fermano più volte per una pausa spuntino e scattano foto e video per postarli sui social. Sembra più una gita che un pellegrinaggio religioso. Tutti però vogliono dimostrare che, nonostante le paure e le difficoltà, si può intraprendere un percorso e lottare per portarlo a termine.

I genitori chiedono un futuro dignitoso per i loro figli, una casa, un lavoro. I giovani chiedono alla Santuzza di aiutarli a realizzare i loro sogni. Qualcuno prega per la salute di un familiare che non sta bene e qualcun altro chiede consiglio su una decisione importante da prendere. È un dialogo intimo con l’amata Santuzza che di tutti conosce segreti, dolori e speranze. Claudio Scibona, palermitano di 47 anni, non ha mai rinunciato all’acchianata: «Andavo con mia madre quando ero bambino - racconta - e continuerò a mantenere questo impegno fino a quando avrò le forze per farlo». Pietra Termini affronta il suo viaggio indossando una tunica, simile a quella che aveva la Santuzza: «Mi aiuta nei momenti più difficili - dice la donna -, mi affido a lei e mi sento più forte». Giorgio Misseri fa il suo viaggio per dire grazie a Santa Rosalia: «Ha salvato me e mia moglie dalla malattia - confessa con emozione - e le sarò grato per sempre».

Oltre alla fede e alla tradizione, c’è anche chi approfitta dell’occasione per fare sport. «Sono appassionata di trekking - dice Roberta Scafidi che nell’acchianata ha coinvolto anche le sue bambine -. Vivremo insieme questa esperienza di notte e ce la ricorderemo per sempre».

La devozione a Santa Rosalia non è solo dei palermitani. Giorgio Artuso, di origini venete, conosce bene la storia della santa patrona e si unisce ai gruppi che salgono su per la Scala vecchia: «C’è tanto entusiasmo e mi lascio coinvolgere - dice il giovane turista -. Partecipare a questo evento mi farà conoscere meglio la storia e le tradizioni di questa città». Rosalia unisce le culture, i popoli e le religioni e in cammino ci sono cristiani e induisti. Come se la Santuzza riuscisse ad abbattere ogni barriera.

Ciascuno prega il proprio Dio e tutti chiedono la stessa cosa: la fine della guerra e più umanità nel mondo. Tutti si recano nella grotta dove nel 1624 furono trovate le ossa della fanciulla che, portate in processione per le strade, liberarono la città dalla peste. L’assessore comunale alla Cultura, Giampiero Cannella, ricorda che all’aspetto religioso, quest’anno, se ne affianca anche uno artistico. Lungo il percorso, oggi, si svolgerà, infatti, la terza edizione de L’Acchianata delle Rosalie. Sarà installata una statua di Santa Rosalia, ideata da Fabrizio Lupo e costruita insieme ai ragazzi del carcere Ucciardone, qualche anno fa.

«Uno sforzo che si lega al filone di un biennio importante nel nome di Santa Rosalia il 400° e il 400+1, in coerenza di quella che è stata la storia del 1624 e del 1625 - spiega il sindaco, Roberto Lagalla -. Il 4 settembre è il giorno dell’onomastico della Santuzza e merita questa ideale chiusura di un ciclo importante, che però seguirà attraverso la rappresentazione e la promozione della nostra città all’estero.

Intendiamo coprire e rafforzare un concetto: la cultura, lo spettacolo e l’intrattenimento fanno parte di quel ciclo della bellezza che guarda non solo alla rigenerazione urbana ma alla rigenerazione sociale e all’impegno e all’offerta culturale». Oltre 150 artisti, tra cantanti, musicisti, attori, scultori, fotografi si alterneranno nelle quattro postazioni lungo il percorso. Tutte le perfomance saranno un omaggio alla patrona della città. Musica, danze e narrazioni diranno quanto grande è l’amore dei palermitani per la Santuzza. Le chiederanno di continuare a vegliare su questa città, sofferente, martoriata ma bellissima.

 

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