Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

La tragedia del sottopasso di via Belgio: «Antonio faceva stare bene, la sua luce non si spegnerà»

«Umanamente l’unica cosa che mi sento di dire è di fare silenzio. Il nostro cuore, accanto al vostro, resta vicino a chi soffre e vive un momento di dolore. Chi potrà consolare questa famiglia e la nostra comunità? Non bastano i discorsi. Solo la certezza che la vita è un dono prezioso può diventare forza e speranza». Con queste parole, padre Carmelo Iabichella, parroco di Santa Maria di Gesù, ha aperto un’omelia segnata dal dolore e dalla commozione, nel giorno dell’addio ad Antonio Mazzola, morto ad appena 27 anni, nella notte tra domenica e lunedì, nell’incidente in viale Regione Siciliana insieme all’amico Domenico Schiavo.

I funerali sono stati celebrati nel salone del convento, utilizzato per le funzioni religiose dopo l’incendio che, due anni fa, aveva reso inagibile la chiesa. Una folla composta di parenti, amici, colleghi e conoscenti si è stretta attorno alla famiglia in un abbraccio carico di affetto e partecipazione. In prima fila mamma Filippa, papà Giuseppe e i fratelli Salvo e Giovanni: durante la messa la figlia piccola di quest’ultimo ha iniziato a chiamare lo zio quasi a volerlo cercare tra i presenti. Un gesto spontaneo e una scena che non è passata inosservata fino a quando la madre non l’ha portata fuori con sé. Stamattina invece toccherà a Domenico, che era con Antonio sulla moto, a ricevere l’ultimo saluto alle 10 nella chiesa di San Sergio I Papa in via Pecori Giraldi.

La voce di padre Carmelo ha scandito i momenti più intensi sottolineando la rapidità con cui tutto può cambiare: «Cosa sono ventisette anni? È un numero, ma ci ricorda che la vita è unica e fragile, un tesoro da custodire. La gioventù di Antonio, la sua forza e la sua generosità sembrano fermate da una mano improvvisa. Eppure crediamo che la nostra esistenza non si possa fermare, convinti che continui in una dimensione nuova», ha detto il sacerdote. Antonio, che viveva a Bonagia assieme ai genitori, lavorava nella ristorazione, apprezzato sommelier in alcuni locali del centro storico e a San Nicola l’Arena. Amava viaggiare e coltivava la passione per il poker e soprattutto per i motori.

La Kawasaki Z750 l’aveva acquistata nel 2020 e con quella si era fatto fotografare sui social accanto al fratello. Scatti che restano come la memoria di un amore che lo ha accompagnato fino all’ultimo momento. Sui social rimangono gli auguri di compleanno ricevuti appena poche ore prima dell’incidente ma sono tantissimi gli amici che sono arrivati per non mancare all’ultimo appuntamento.

«Antonio era un ragazzo meraviglioso, molto professionale, sapeva fare il suo lavoro e lo amava tantissimo. Con lui c’era un rapporto bellissimo, raro da trovare tra sala e cucina», lo ha ricordato un collega. Un altro amico lo ha descritto come una persona di cuore, solare e sempre disponibile con tutti: «La sera prima - è la sua testimonianza - eravamo assieme a festeggiare il suo compleanno, poi il divertimento si è trasformato in una tragedia. Con Antonio dovevamo fare un viaggio importante a dicembre, spero di farlo per lui». Daniele ha sottolineato invece la voglia di vivere e i progetti che aveva per il futuro: «Quando eri con lui ridevi, perché ti faceva stare bene. L’ultima volta che ci siamo sentiti è stato lunedì, per il suo compleanno. Purtroppo non sono potuto andare. Mi mancherà».

Il nonno Franco, fondatore e coordinatore del gruppo di preghiera Madonna della Speranza a Belmonte Chiavelli e punto di riferimento per il quartiere, aveva appena fatto ritorno da un pellegrinaggio a Medjugorje quando ha appreso della morte del nipote. Lo ha confortato don Iabichella: «Oggi non vedremo più Antonio tornare a casa, andare al lavoro o uscire con gli amici. Ma lo affidiamo a Dio perché continui in Lui. Siamo qui per custodire il profumo della vita eterna e per ringraziare Dio di averci donato ventisette anni della sua presenza. La sua luce non si spegne, ma resta impressa nei cuori di chi lo ha conosciuto e amato». All’uscita, un lungo applauso ha accompagnato la bara prima della tumulazione nello stesso cimitero di Santa Maria di Gesù, alle spalle della cappella che custodisce la tomba del giudice Paolo Borsellino.

Intanto continuano gli accertamenti della polizia municipale. La Kawasaki, dopo l’impatto con il guardrail, è finita a diversi metri di distanza dai corpi dei due giovani, recuperati nello spartitraffico centrale della circonvallazione. Dai primi rilievi non sarebbero emersi fattori esterni, come anomalie dell’asfalto, che possano avere provocato la perdita di controllo del mezzo. Restano da analizzare con attenzione le immagini delle telecamere per chiarire la dinamica.

Digital Edition
Dal Giornale di Sicilia in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano
o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Caricamento commenti

Commenta la notizia