
Il Comune anticipa il pagamento della custodia dei mezzi sequestrati per infrazioni al codice della strada, ma nessuno poi pensa di recuperare le somme. E negli anni si è creato un buco niente male, qualcosa come quattro milioni e 200 mila euro. Con la conseguenza, paradossale, che chi commette un’infrazione che comporta il ritiro del mezzo, poi riesce a ritirarlo senza scucire un soldo. Oppure... oppure paga nuovamente. E in questo caso i soldi dove vanno a finire?
Domande che il ragioniere generale del Comune, Paolo Bohuslav Basile, ha messo in fila, uno dopo l’altra. Chiedendo conto di quanto accaduto, attendendo spiegazioni e avvertendo che c’è il rischio per i dirigenti che hanno firmato le determine di pagamento senza contestualmente avviare le procedure per la ripetizione (cioè il recupero) degli importi anticipati.
La Corte di Cassazione sul punto si è sempre espressa in maniera sostanzialmente univoca, senza controcanti, dicendo che «l’amministrazione cui appartiene il pubblico ufficiale che ha eseguito il sequestro è obbligata ad anticipare le spese al custode, salva la possibilità di recupero nei confronti del trasgressore o del soggetto a cui il veicolo viene restituito».
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