
La Cassazione ha reso definitive le condanne per sei esponenti del clan palermitano della Kalsa, accusati di spaccio di droga tra Palermo, Napoli e il carcere di Agrigento, dove erano detenuti negli anni scorsi.
L’inchiesta aveva ricostruito anche il tentativo di introdurre nella casa circondariale agrigentina 101,6 grammi di hashish, definito dai giudici di «pessima qualità». Un progetto non andato a buon fine, ma che i magistrati hanno comunque considerato grave per le modalità organizzative dello spaccio all’interno della struttura penitenziaria, attraverso pacchi provenienti dall’esterno.
Esclusa la lieve entità del reato, la Suprema Corte ha confermato le condanne inflitte nei precedenti gradi di giudizio: 6 anni e 8 mesi a Vincenzo Romano, 5 anni e 4 mesi a Salvatore Lattuca, 4 anni e 8 mesi a Calogero Greco, 3 anni e 6 mesi a Giuseppe Alletto, 3 anni e 4 mesi a Michele Gallo e 2 anni e 8 mesi a Francesco D’Angelo.
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