
Nel 36° anniversario dell’assassinio dell’agente Nino Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, la polizia rinnova la memoria di un duplice delitto che ha segnato profondamente le recenti cronache. Oggi alle 9 nella stele commemorativa sul lungomare Cristoforo Colombo a Villagrazia di Carini, sarà deposta una corona d’alloro da parte del questore.
Alla cerimonia parteciperanno autorità civili, militari e i familiari delle vittime. A seguire, nella cappella della caserma Lungaro verrà celebrata una messa in suffragio officiata dal cappellano della polizia, don Massimiliano Purpura, e da don Luigi Ciotti di Libera.
Un momento solenne, carico di emozione, che si consuma in un clima ancora segnato dall’amarezza per la recente decisione della Corte di Cassazione. La Suprema corte ha annullato la condanna all’ergastolo inflitta a Nino Madonia, boss della cosca di Resuttana, per il duplice omicidio.
Nelle 24 pagine di motivazioni, i giudici della Cassazione hanno duramente criticato l’impianto logico seguito dalla Corte d’appello, definendolo «manifestamente illogico e contraddittorio». Le dichiarazioni di pentiti sono state ritenute «povere di contenuti» e prive di «fonte certificata». Alcune, come quelle di Oreste Pagano, risultano addirittura estranee al contesto mafioso palermitano.
Secondo i giudici nessuna delle fonti di accusa era coinvolta direttamente nel delitto o ne conosceva in modo diretto i dettagli. Il movente, che secondo la sentenza d’appello sarebbe stato sufficiente a colmare le lacune probatorie, è stato giudicato «non conforme alle regole legali di valutazione della prova».
Ma c’è di più: la Cassazione ha sottolineato il mancato approfondimento di piste alternative, e rilevato che per l’omicidio di Ida Castelluccio, in assenza di aggravanti, la prescrizione potrebbe essere già scattata.

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