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La morte di Simona Cinà in piscina, il giallo di una tragica festa: dall'ipotesi di un ritardo ai social

L’oscura fine di una pallavolista di 20 anni in una villa di Bagheria. Un party di laurea a base di alcol e musica finisce in dramma. Le cause del decesso della giovane avvolte dal mistero, si attende l’autopsia. Non si esclude il malore

Era viva alle 3.20 quando un’amica l’ha salutata mentre ballava vicino alla consolle. Alle 4.10 di ieri notte era già morta. In meno di un’ora, nella piscina di una villa affittata per una festa di laurea in via Sant’Isidoro a Monte, ad Aspra - una strada della frazione di Bagheria che poi si congiunge a Mongerbino - si è consumata la fine di Simona Cinà, 20 anni, studentessa di Scienze motorie, appassionata di pallavolo, sport che praticava da sempre.

Viveva a Capaci con i genitori, aveva una sorella gemella e un fratello maggiore che era tornato da Londra per le vacanze: la famiglia, distrutta dal dolore, chiede solo di sapere la verità. All’arrivo dei soccorsi c’erano circa settanta persone: una trentina sarebbero andate via intorno alle tre ma gli investigatori stanno cercando di ricomporre cosa è accaduto nei minuti in cui la ragazza è scomparsa dalla vista di tutti.

La ricostruzione

Simona è stata trovata senza vita in acqua, in circostanze ancora tutte da chiarire. Il corpo era a faccia in su, sul fondo della vasca lunga sei metri e profonda poco più di uno, collocata accanto alla pista da ballo. Simona era arrivata con due amici di Alcamo e avrebbe dovuto fare ritorno con loro ma su quell’auto, alla fine, non è mai salita. A notare la sua sagoma adagiata sotto la superficie, mentre stava raccogliendo alcuni bicchieri di plastica, è stato uno dei due laureandi che aveva organizzato la serata. A quel punto è partita la chiamata al 112: l’ambulanza è arrivata alle 4.20 assieme alla pattuglia dei carabinieri. Simona era già stata tirata fuori e qualcuno aveva provato a rianimarla ma non c’era più nulla da fare. Secondo quanto emerso finora, la giovane sarebbe rimasta per diversi minuti in acqua senza che nessuno si accorgesse di nulla, nonostante la piscina fosse piccola e lo spazio attorno molto ristretto. Le dimensioni dell’area a disposizione - un patio e la vasca - erano limitate: appena otto metri quadrati in tutto: «Qualcosa nella storia non torna», ha detto l’avvocato Gabriele Giambrone che assiste la famiglia. «Com’è possibile - ha aggiunto - che in quello spazio, con decine di ragazzi intorno, nessuno abbia visto?».

Il silenzio

La mamma di Simona ha scoperto tutto solo alle 4.50, quando ha provato a chiamarla al cellulare. A rispondere è stato uno lo stesso ragazzo che ha trovato il corpo in piscina: «Stanno cercando di rianimarla», le ha riferito anche se, a quell’ora, la ragazza era già senza vita.

Il dolore

La famiglia, assistita dall’avvocato Gabriele Giambrone, non chiede vendetta ma chiarezza. «Vogliamo solo sapere perché è morta - è la richiesta fatta attraverso il legale -. Se si è trattato di un malore lo accetteremo, ma non possiamo restare nel dubbio. Una ragazza di vent’anni non può entrare viva a una festa e uscirne in una bara senza che nessuno sappia spiegare cosa è successo».

La villa ripulita

L’avvocato Giambrone ha sollevato numerosi dubbi anche sullo stato della scena. Quando è arrivato nella villa, dopo l’intervento dell’ambulanza, tutto appariva insolitamente ordinato. Il sospetto è che qualcuno abbia pulito prima dell’arrivo del 118 e dei militari. «Non c’era traccia di alcolici né di cibo. Solo bottigliette d’acqua in sacchi trasparenti. Nessun bicchiere di plastica, nessun tovagliolo, nessuna lattina», ha dichiarato. Eppure, nell’invito diffuso su WhatsApp, gli organizzatori avevano promesso esplicitamente: «Vi terremo idratati», con emoji di cocktail. Sull’immobile non sono stati apposti i sigilli, una decisione che potrebbe danneggiare le indagini: «Se lunedì si dovranno fare altri accertamenti, sarà troppo tardi», sottolinea ancora il legale.

L’ipotesi di un ritardo

La ragazza potrebbe essere morta prima dell’orario indicato nella telefonata ai soccorsi. «Se la chiamata è partita alle 4.10 e tutto era già stato pulito, qualcuno ha agito per tempo», ha osservato Giambrone. «Una situazione del genere non si cancella in dieci minuti. Si è forse aspettato prima di chiamare l’ambulanza? È una delle cose che vogliamo capire».

Le indagini

L’inchiesta è seguita dalla Procura di Termini Imerese. Il fascicolo per il momento è contro ignoti e ancora non risultano indagati. La salma, intanto, è stata trasferita all’istituto di medicina legale del Policlinico per essere sottoposta all’autopsia. I periti dovranno accertare non solo la causa della morte, ma anche l’orario compatibile con il decesso e i test tossicologici per determinare l’eventuale presenza di sostanze nel corpo.

Mutande, bicchieri e sangue

Tra i reperti acquisiti ci sarebbero anche un paio di mutande da uomo, trovate in un’area appartata, accanto a due bicchieri in plastica con cannucce e alcol. Nella zona a bordo piscina sono state trovate tracce di sangue. Uno degli invitati è stato accompagnato in caserma per il prelievo del Dna: ha riferito di essersi ferito a un piede dopo aver dato un calcio contro il muro per lo choc.

I social

Simona aveva pubblicato su Instagram molte storie, in particolare sui suoi allenamenti di pallavolo. Ma c’erano anche due brevi filmati registrati venerdì sera. In una delle clip girate in auto, scherza con un amico che definisce «già ubriaco» in un’area di servizio: «Chi vince, lui o la pompa di benzina?» chiede ridendo. Nell’altro, invece, si vede un coetaneo con la corona di alloro in testa e un bicchiere in mano. Poi il silenzio. L’ultima storia risale a poco dopo l’una di notte. Nessuna immagine dopo le 2.

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