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Palermo, all'Ismett il primo trapianto cardiaco da donatore a cuore fermo in Sicilia

Eseguito con successo per la prima volta in Sicilia un trapianto cardiaco da un donatore a cuore fermo. Si tratta di un trapianto Dcd controlled (Donation after Circulatory Death): una procedura attualmente attiva in Italia solo in pochi centri altamente specializzati. Il donatore - ricoverato presso il reparto di Anestesia e Rianimazione dell’Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo, diretto da Vincenzo Mazzarese - si trovava in una condizione clinica di lesione cerebrale irreversibile.

In conformità con i protocolli previsti per questo tipo di donazione, il paziente è stato sottoposto a circolazione extracorporea (Ecmo) presso Ismett, prima del prelievo degli organi. Il trapianto di cuore da donatore a cuore fermo è una delle procedure più complesse e delicate in ambito trapiantologico. L’arresto cardiaco comporta un periodo di ischemia, durante il quale il cuore non riceve ossigeno, aumentando il rischio di danni irreversibili. L’utilizzo dell’Ecmo in fase di prelievo è quindi cruciale, ma richiede competenze avanzate, una perfetta sincronizzazione tra le èquipe e una gestione clinica estremamente sofisticata.

Il paziente trapiantato presso Ismett è stato già dimesso ed è in buone condizioni cliniche. «Un risultato - affermano le direzioni strategiche delle due aziende - che si deve alla generosità della famiglia del donatore e che ha permesso a qualcun altro di tornare alla vita. Una procedura complessa ed un risultato reso possibile grazie all’elevata qualità dei nostri professionisti ed alla sinergia tra le nostre due aziende». Le attività sono state coordinate dal Centro regionale dei trapianti (Crt) della Sicilia.

«Si tratta del raggiungimento di una meta scientifica importante, che si deve alla generosità dei familiari del donatore, a cui va un sincero ringraziamento - commenta Giorgio Battaglia, coordinatore regionale Crt Sicilia - così come a tutti i donatori, che ogni giorno ci permettono di salvare altre vite umane e rappresentano il cardine del sistema. E’ molto importante continuare a investire sulla cultura della donazione, obiettivo trasversale, rispetto al quale è stato massimo l’impegno profuso in questi anni dai nostri operatori al fine di informare e sensibilizzare sulla donazione di organi e tessuti».

«In precedenza - spiega Antonino Scafidi, direttore Uoc Crto dell’Arnas Civico Di Cristina Benfratelli - nella nostra regione questo tipo di trapianto da Dcd controlled aveva riguardato il prelievo di altri organi, come ad esempio reni o fegato, ma non il cuore. E’ un traguardo che oggi offre speranze di vita a tanti pazienti in lista di attesa». Dal punto di vista anestesiologico, la gestione del paziente richiede un monitoraggio avanzato e continuo, con particolare attenzione alla fase di riperfusione e alla stabilità emodinamica. «Il successo dell’intervento e la dimissione del paziente sono il risultato di una collaborazione straordinaria tra professionisti altamente qualificati - sottolinea Gaetano Burgio, responsabile dell’Unità di Anestesia e Sala Operatoria presso Ismett. La perfetta integrazione tra le equipe dell’Azienda Ospedaliera Civico e di Ismett ha permesso di affrontare una procedura innovativa e delicata, confermando il valore aggiunto della sinergia tra le nostre strutture».

«E' un formidabile traguardo per la Sicilia - sostiene Michele Pilato, direttore del Centro Cuore di Ismett - e una dimostrazione che la nostra Regione è in grado di esprimere percorsi organizzativi e standard assistenziali sanitari al livello delle migliori eccellenze nazionali e internazionali». Questo tipo di intervento era considerato irrealizzabile fino a tempi recenti, a causa della sua estrema difficoltà. Il primo intervento di questo tipo è stato realizzato a Padova solo nel 2023. «Si è trattato di un intervento complesso - spiega Sergio Sciacca, responsabile del programma di trapianto di cuore di Ismett - reso possibile grazie a un team multidisciplinare costituito da chirurghi, cardiologi, anestesisti, perfusionisti, infermieri specializzati, psicologi e fisioterapisti e dall’utilizzo delle tecnologie più avanzate. Nel caso di un trapianto cardiaco con prelievo da donatore Dcd, infatti, il cuore rimane fermo per almeno 20 minuti (un intervallo stabilito dalla normativa italiana per certificare la morte cardiocircolatoria). Durante questo periodo, l’organo non riceve ossigeno nè sangue, condizione che può compromettere in modo significativo la sua funzionalità».

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