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In Sicilia duemila ettari in fumo. Il presidente Schifani: attacchi ingiusti

È già pesante il bilancio, il presidente: «Fatto tutto il possibile, risposta pronta». Sindacati, Pd e 5 Stelle chiedono più personale e la riforma del comparto forestale

Ancora roghi da un capo all’altro della Sicilia, mentre a divampare sono anche le polemiche politiche, con l’opposizione e i sindacati che puntano il dito contro il programma di prevenzione regionale, e con risposta immediata di Palazzo d’Orleans.

Ma partiamo dalla cronaca, da un numero che racconta più delle parole quanto accaduto nell’Isola tra venerdì sera e ieri mattina: 380 incendi registrati (tutti domati) di cui 66 nel Trapanese, 64 nell’Agrigentino, 51 nel Nisseno e 46 nel Palermitano, con il coinvolgimento di centinaia di mezzi a terra e migliaia di uomini tra operai antincendio, pompieri e volontari, mentre sul fronte aereo sono stati impiegati 10 elicotteri del Corpo forestale, un S64 dei vigili del fuoco, due velivoli della flotta nazionale oltre ai due Canadair di base al di qua dello Stretto, affiancati da un terzo arrivato dalla Calabria.

Tra gli eventi più gravi, quelli della Sughereta di Niscemi e del Trapanese, dove le fiamme hanno interessato le zone di Monte Cofano, Custonaci, Makari, San Vito Lo Capo e Riserva naturale orientata dello Zingaro, senza dimenticare Piana degli Albanesi, Biancavilla in provincia di Catania, ma anche l’Ennese, dove il rogo scoppiato 5 giorni all’altezza di Villarosa ha finito per inghiottire chilometri di montagna.

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