
Una tecnologia innovativa, già brevettata negli Stati Uniti e in fase di valutazione in Europa, potrebbe rivoluzionare il mondo dei dispositivi medici impiantabili. Si chiama HemoStratum ed è il progetto guidato da Antonio D’Amore, responsabile del gruppo di Ingegneria tissutale della Fondazione Rimed, recentemente premiato dal Consiglio Europeo della Ricerca (Erc) con il prestigioso finanziamento Proof of Concept. Il Poc è un programma riservato ai ricercatori già vincitori di precedenti bandi Erc e serve a sostenere progetti con un forte potenziale di impatto economico e sociale. In questo caso, il progetto punta a migliorare la sicurezza dei dispositivi che vengono a contatto diretto con il sangue, come valvole cardiache, stent, bypass, cuori artificiali e ossigenatori.
Attualmente, questi dispositivi presentano un limite importante: fino al 70% dei pazienti va incontro a complicazioni, come la formazione di trombi o la necessità di ricorrere a terapie anticoagulanti che possono causare effetti collaterali. HemoStratum introduce un approccio completamente nuovo. Grazie a una speciale lavorazione dei polimeri, è possibile controllare la superficie dei materiali impiantati, rendendola capace di stimolare la crescita delle cellule endoteliali, quelle che rivestono naturalmente i vasi sanguigni. In questo modo si previene l’attivazione delle piastrine e la formazione di coaguli. «Svilupperemo una membrana bioingegnerizzata che guiderà in modo fisiologico la crescita cellulare», spiega il professor D’Amore. Per lui si tratta del terzo successo consecutivo con l’Erc, dopo i progetti Biomitral e BioChord. Il team Rimed - composto anche da Arianna Adamo, Federica Cosentino e Pietro Terranova - apre la strada a una nuova generazione di dispositivi medici. Un risultato che rende orgogliosa la Fondazione, nata dalla collaborazione tra le università di Pittsburgh e della città, e l’Ismett.
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