Due palcoscenici diversi ma legati da un’unica trama di rapporti, promesse e strategie: il grande forum tecnologico dell’Università di Palermo e le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina 2026. In questi due scenari si muovevano Sabrina De Capitani, ex portavoce di Gaetano Galvagno, e lo stesso presidente dell’Assemblea regionale siciliana, entrambi finiti sotto inchiesta per corruzione, con l’accusa di aver costruito una rete di potere per pilotare eventi milionari e consolidare i consensi con la distribuzione di fondi pubblici. Al centro delle intercettazioni, che emergono dalle carte dell’indagine della Procura, spunta quasi sempre la regia spregiudicata della manager. La prima operazione aveva come obiettivo l’ateneo palermitano dove De Capitani raccontava di avere una sorta di «filo rosso» con il rettore Massimo Midiri, che le avrebbe chiesto di organizzare un maxi convegno da 500 mila euro. Sosteneva di poter gestire tutto, pur senza apparire in prima persona, affidando l’organizzazione alla società Alphaomega, mantenendo però il controllo grazie al coinvolgimento della Event Management per la parte tecnologica. Non è chiaro se dicesse il vero o millantasse: resta il linguaggio diretto e la strategia di fondo. «Primo perché comunque loro devono fare una gara, perché sono un’università - diceva De Capitani senza sapere di essere ascoltata - ma il rettore mi ha detto “Sabrina non ti preoccupare che ti dico io come fare la gara e la vincono. È ovvio”. E secondo perché non è che gli portiamo il gruppo vacanze Piemonte, gli portiamo una delle società leader in Italia e gli portiamo un cliente, facendogli vedere che noi oltre al fatto che abbiamo chiesto di lavorare, gli portiamo anche dei clienti. Non so se mi spiego... se non è scemo». L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale.