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Emergenza sangue in Sicilia, il Dasoe: necessaria una raccolta straordinaria

ROMA (ITALPRESS) – E’ emergenza plasma in Italia. Il Paese non è ancora autosufficiente ma il sangue è necessario per molti pazienti, che ora subiscono le conseguenze della carenza.“Il problema sangue è diffuso in tutto lo stivale”, ha spiegato in un’intervista all’Italpress Alessandro Segato, presidente dell’Associazione Aip (Associazione Immunodeficienze Primitive). “Attualmente – prosegue – non

«Occorre urgentemente organizzare mensilmente, e senza indugio, fino alla fine del mese di settembre, raccolte straordinarie di sangue ed emocomponenti a Palermo». A lanciare l’allarme è Giacomo Scalzo, dirigente generale del dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Dasoe) dell’assessorato regionale alla Salute, che ha indetto una riunione per domani pomeriggio convocando, in intesa col prefetto, il sindaco, Roberto Lagalla, gli amministratori dei comuni della Città metropolitana e le forze dell’ordine, per promuovere «immediate strategie di intervento comuni».

«L'emergenza sangue, che storicamente si manifesta nella sua drammaticità anche in Sicilia, in coincidenza del periodo estivo - scrive Scalzo - impone l’innalzamento dei livelli di attenzione nei riguardi delle donazioni in tutti i Comuni della città metropolitana di Palermo, al fine di potere serenamente garantire, durante questo periodo, i livelli essenziali di assistenza (Lea) trasfusione dipendente».

Il richiamo del dirigente regionale è rivolto anche «alla sempre più preoccupante insufficiente adesione, da parte della popolazione, ai programmi di screening oncologici», per la diagnosi precoce di tumori: in particolare cervice uterina, mammella e colon-retto, che rappresentano un’importante azione di sanità pubblica ed uno strumento fondamentale per la diagnosi precoce di molte patologie, contribuendo a ridurre mortalità e morbilità, migliorando la qualità della vita dei cittadini. «Purtroppo - conclude - deve constatarsi che malgrado le direttive impartite da questo dipartimento ed attuate dall’Asp territorialmente competente, attraverso l’organizzazione quotidiana di interventi mirati di prevenzione sanitaria, delle farmacie private aperte al pubblico e di varie associazioni di volontariato, la popolazione non aderisce come dovrebbe, verosimilmente per resistenze di carattere culturale e ridotta percezione del rischio».

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