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Il nipote assunto e l’affitto. Tutte le accuse all'assessore Elvira Amata

La Procura di Palermo ha chiuso l’inchiesta per corruzione. Per i pm in cambio di contributi e finanziamenti l’imprenditrice Cannariato avrebbe garantito oltre al pacchetto per il giovane anche altri benefit all’assessore

«Io non è che mi devo sparare per tenere suo nipote, è già tanto che un ragazzino di niente ti guadagna 1.500 euro al mese... quindi a me no, non lo può dire, perché la scanno viva». Così Marcella Cannariato, imprenditrice palermitana e moglie di Tommaso Dragotto, presidente della compagnia di autonoleggio Sicily by Car, sfogava la sua rabbia parlando di Tommaso Paolucci, giovane nipote dell’assessore regionale al Turismo Elvira Amata.

Uno scenario che, secondo la Procura di Palermo, rappresenterebbe un vero e proprio patto corruttivo. L’inchiesta, che ha portato alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, ipotizza un sistema in cui sarebbero coinvolte Cannariato e l’assessore di Fratelli d’Italia. Per i pm Andrea Fusco e Felice De Benedittis, Lady Dragotto avrebbe offerto alloggio e lavoro al diciottenne ma anche altre utilità personali ad Amata, come l’uso di un’auto e buoni benzina, in cambio di appoggi istituzionali e di contributi regionali.

Paolucci era stato ospitato inizialmente in un bed and breakfast, poi in una stanza dell’Ersu a 250 euro al mese e successivamente si era trasferito in un appartamento sopra gli uffici della A&C Broker, nello stesso stabile dove aveva sede la società. Il canone finale, secondo le carte, ammontava a 700 euro al mese, che veniva interamente sostenuto da Cannariato.

Ed infatti quest’ultima - senza sapere di essere ascoltata dagli inquirenti - ragguagliava l’assessore sulle ultime novità.

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