Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Palermo, assalto dei violenti al centro: «Ora basta, serve l’esercito»

Dura presa di posizione di Federalberghi e Confesercenti dopo le spaccate ai negozi e le rapine ai turisti: «Non vogliamo la militarizzazione ma non si può continuare così»

Qua servono scarponi e camionette per limitare i danni di bulli, teppisti e piccoli criminali e restituire a residenti e ospiti il giusto senso di libertà e sicurezza. Lo sostengono due importanti associazioni di categoria del mondo dell'hotellerie, che temono la fuga dei vacanzieri dalla città, quella che fino a oggi è una meta molto gettonata da ogni parte del mondo.

Ma ogni giorno, a giro, ci sono vetrine sfondate, autisti dell'Amat aggrediti, turisti derubati o molestati, notti inquiete, discoteche come campi di battaglia. La criminalità non si ferma, anzi diventa più aggressiva. E per una città che sta puntando molte delle sue fiches sull’attrattività dall'estero, questo clima rischia di compromettere molte cose. La percezione dell'insicurezza aumenta, anche se magari istituzioni e forze dell'ordine spiegano che percentuali e statistiche non sono del tutto contro di noi. Ma che ci sia il rischio di un precipitare della situazione è avvertito con molta preoccupazione da Federalberghi e Confesercenti che infatti chiedono un intervento immediato: «Anche con l’esercito, se serve», dicono.

Il ragionamento di base è che lo Stato non può consentire una regressione della città: «Palermo non può tornare indietro» spiegano all'unisono le presidenti di Federalberghi, Rosa Di Stefano e di Confesercenti Francesca Costa, che si rivolgono alle istituzioni, il prefetto Massimo Mariani in testa, per fermare l’ondata di violenza, furti, risse e aggressioni, soprattutto nel centro storico.

L'articolo completo sul Giornale di Sicilia in edicola e nell'edizione digitale. 

Digital Edition
Dal Giornale di Sicilia in edicola

Scopri di più nell’edizione digitale

Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.

Leggi l’edizione digitale
Edizione Digitale

Caricamento commenti

Commenta la notizia