
Un incidente domestico nel 2014, una caduta e la corsa all’ospedale Ingrassia. Sembrava una banale contusione, seppure forte, che però non lasciava presagire conseguenze irreparabili. In realtà, per effetto del trauma, si era sviluppato un emotorace, una condizione clinica determinata dall’accumulo di sangue nella cavità pleurica, lo spazio tra i polmoni e la parete toracica, che può risultare fatale se non trattata tempestivamente.
È morto così F. P. M., 82 anni, a causa di quello che è stato riconosciuto come un episodio di malasanità dal tribunale civile. Il giudice Angela Notaro ha condannato l’Asp a risarcire 217.618 euro al figlio R. M., in aggiunta ai circa 400 mila euro già riconosciuti alla moglie e a una figlia della vittima con una precedente sentenza del 2022, passata in giudicato. Il totale complessivo dei risarcimenti supera quindi i 600 mila euro, liquidati in due tranche distinte per la stessa vicenda.
Il giudice ha ritenuto di condividere la precedente ricostruzione, operata nel primo giudizio, fondandosi anche sulle relazioni medico-legali disposte dalla Procura.
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