
«L’eredità di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino è un patrimonio civile e morale che alimenta i valori della nostra convivenza e che la Repubblica è chiamata a custodire e valorizzare. La scelta della Fondazione Agrigento 2025 di dedicare all’impegno e al sacrificio dei due magistrati una mostra fotografica e altre iniziative, nell’ambito del programma di Agrigento Capitale italiana della Cultura, rappresenta un’importante testimonianza del radicamento dei principi di giustizia, di libertà, di legalità iscritti nella nostra Costituzione». E’ questo il messaggio inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per l’inaugurazione della mostra dell’ANSA “L’eredità di Falcone e Borsellino” al Teatro Pirandello di Agrigento, messaggio letto dal presidente della Fondazione Agrigento2025, Maria Teresa Cucinotta che aggiunge “Questi scatti sono la testimonianza più evidente del sacrificio dei giudici Falcone, Borsellino e Morvillo, degli uomini e delle donne delle scorte.
Agrigento2025 ha il dovere di ricordare, nella convinzione che arte e impegno non possano mai essere slegati. «Ciascuno di noi ricorda esattamente dov’era e cosa faceva nel momento delle stragi di Capaci e via D’Amelio – interviene Tina Montinaro, vedova del caposcorta di Giovanni Falcone –: abbiamo il dovere di trasferire questa memoria ai nostri figli e ai nostri nipoti. Per questo giro le scuole di tutta Europa, perché nessuno deve dimenticare».
«I giudici Falcone e Borsellino sono riferimenti imprescindibili per tutti i siciliani onesti, per coloro che credono nei valori della legalità, della convivenza civile, nel sano progresso sociale ed economico, contro il ricatto e l'oppressione criminale» dice il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè.
La data scelta è simbolica: il 21 giugno è a metà di quei giorni terribili, tra il 23 maggio e il 19 luglio del '92 che cambiarono la storia del Paese. Curata dai giornalisti Francesco Nicastro e Franco Nuccio, la mostra ricostruisce le vite parallele dei due magistrati, dall'infanzia alla Kalsa fino alla loro tragica fine, attraverso gli scatti privati delle famiglie Falcone e Borsellino e le foto d'archivio dell'ANSA.
«La mostra, inaugurata per la prima volta nel 2012 a Palermo dall'allora capo dello Stato Giorgio Napolitano, negli anni è stata continuamente aggiornata e ospitata in diverse sedi istituzionali, dalla Camera dei Deputati al Parlamento europeo di Bruxelles, alla sede dell'Osce a Vienna, ma soprattutto è stata visitata da migliaia di ragazzi delle scuole di tutta Italia» spiega Franco Nuccio.
Ad Agrigento sono giunti sia gli studenti del Convitto nazionale di Palermo frequentato da Giovanni Falcone, oggi intitolato al magistrato, che i giovani musicisti del Conservatorio Toscanini di Ribera che hanno suonato l'inno nazionale. Al taglio del nastro, al fianco del presidente di Agrigento2025, Maria Teresa Cucinotta e del sindaco di Agrigento Francesco Miccichè, l’assessore regionale a Territorio e Ambiente, Giusi Savarino; e i sindaci Margherita La Rocca Ruvolo (Montevago), Giuseppe Cacioppo (Sambuca di Sicilia), Gioacchino Baio (Castrofilippo), Vito Terrana (Campobello di Licata) e Milco Dalacchi (Naro); il presidente del Tribunale Giuseppe Melisenda Giambertoni, il presidente della Corte d’Appello di Palermo, Matteo Frasca.
E’ stato proiettato un docufilm che racconta le vicende umane e professionali di Falcone e Borsellino attraverso le testimonianze di Maria Falcone e Rita Borsellino, dei magistrati che fecero parte del pool antimafia come Leonardo Guarnotta, del presidente del maxiprocesso Pietro Grasso e del Pm Giuseppe Ayala, oltre che di colleghi e giornalisti. Infine, Simone Luglio e Giovanni Santangelo hanno interpretato ”L'ultima estate", testo di Claudio Fava , spettacolo teatrale dal forte impatto emotivo che è stato rappresentato in Italia e all'estero e nella sede della Corte di giustizia Europea a Lussemburgo.
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