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La sparatoria di Monreale, Mattias Conti: «Non è una pistola, ma una bottiglia di Ceres»

Davanti al tribunale del Riesame, uno dei tre arrestati per la strage di Monreale nega di aver impugnato un’arma. Il giudice conferma la custodia cautelare in carcere

Davanti al tribunale del Riesame, Mattias Conti nega di essersi aggirato tra la folla con una pistola in mano: «Quella è una bottiglia di Ceres». Ma, nonostante le sue dichiarazioni, i giudici hanno deciso di tenerlo in carcere.

Il riferimento è al frame estratto dalle telecamere di videosorveglianza di via D’Acquisto a Monreale, dove la notte del 27 aprile si è consumata la strage per cui sono accusati in concorso Conti, Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto. Una delle immagini più importanti su cui battono gli inquirenti vede ritratto Conti mentre corre sul marciapiede. Come si vede nella foto, nella mano destra stringe un oggetto che, per gli investigatori e gli inquirenti, sarebbe senza dubbio una delle due pistole da cui sono stati esplosi i colpi: una Beretta 9x21 e una Colt che ancora non sarebbero state trovate.

Il giovane non ha risposto alle domande, ma ha controbattuto alle accuse sottolineando che è una bottiglia di birra quella che è stata inquadrata dalle telecamere. L’esito del Riesame, però, non cambia la sua condizione: per i giudici Conti dovrà rimanere in cella a Pagliarelli, dove si trovano anche gli altri due ragazzi.

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