
Mattias Conti gli punta contro il dito, ma Salvatore Calvaruso non risponde. «Prendiamo atto di ciò che il giovane ha detto durante il Riesame» le uniche parole che arrivano dalla difesa dell’ex pugile, seguito dall’avvocato Corrado Sinatra, accusato con Samuel Acquisto e Mattias Conti di concorso in strage per l’eccidio di Monreale. Come anticipato ieri dal Giornale di Sicilia, davanti al giudice Ivana Vassallo il diciottenne che la notte del 27 aprile in via D’Acquisto indossava un giubbotto bianco ha sottolineato con forza che lui ha sparato «in aria e non sulla folla».
Dichiarazioni che per il suo avvocato, Francesco Oddo, sarebbero supportate dalle immagini di videosorveglianza, definite «poco chiare», che mai inquadrerebbero «Mattias mirare verso qualcuno e sparare».
Il ragazzo dunque si tira fuori e lascia sulle spalle dell’amico tutto il peso della colpa, ma dalla difesa di Calvaruso sottolineano che i testimoni più accreditati hanno visto sparare sulla folla un giovane con il giubbotto bianco. Le dichiarazioni di Conti vengono bollate come «premature considerato che ancora non c’è il risultato degli esami balistici compiuti dai carabinieri. Non sappiamo la distanza dalla quale sono stati esplosi i colpi e le traiettorie precise».
Sicuramente, i proiettili sono stati esplosi da una Beretta 9x21, come anticipato dal Giornale di Sicilia, e da una Colt, che ancora non sono state ritrovate dagli investigatori.
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