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Palermo, il giallo di via Notarbartolo: «Fu omicidio-suicidio»

A distanza di oltre un anno dalla morte del vigile Laura Lupo e del marito Pietro Delia la perizia medico-legale conferma la tesi del gesto estremo

Omicidio suicidio questa mattina nel centro di Palermo. Un uomo, Piero Delia e una donna, Laura Lupo, marito e moglie, sono stati trovati morti nel loro appartamento in via Notarbartolo 49. Palermo, 04 maggio 2024 ANSA/IGOR PETYX

Non ci sarebbero più dubbi sulla dinamica: si sarebbe trattato di un omicidio-suicidio. A oltre un anno dai fatti, l’inchiesta sulla morte dell’agente della polizia municipale Laura Lupo, 62 anni, e del marito Pietro Delia, 66 anni, commercialista e ex dipendente della Bnl, sembrerebbe avviarsi alla conclusione con l’ipotesi iniziale che troverebbe adesso una piena conferma. La perizia medico-legale, affidata dalla Procura di Palermo al dottore Manfredi Rubino, non rileverebbe incongruenze né nelle ferite riportate dai due coniugi né nella posizione dell’arma, rinvenuta ancora nella mano della donna. Elementi che, nel complesso, rafforzerebbero la lettura della scena come un gesto estremo compiuto dalla donna all’alba del 5 maggio dello scorso anno.

Il caso aveva scosso Palermo , non solo per i presunti lati oscuri che si erano presentati davanti agli occhi degli investigatori, ma anche per il profilo delle vittime. Lui, stimato commercialista con uno studio avviato in via Nicolò Gallo, tra via Libertà e piazza Castelnuovo; lei, ispettore della municipale da anni in servizio nell’ufficio del giudice di pace di via Cavour, molto conosciuta tra i colleghi. Entrambi erano tornati a vivere insieme dopo un periodo di separazione. Furono trovati senza vita nel loro appartamento al terzo piano di via Notarbartolo: a dare l’allarme era stata la figlia che abita nello stesso stabile.

Anche i dubbi sull’ipotetica presenza di una terza persona sarebbero stati superati. Gli uomini della guardia di finanza, che presidiano il condominio dove vive un noto magistrato, non hanno visto entrare nessuno. E poi ci sono i risultati dell’autopsia che sembrerebbero escludere scenari diversi da quelli dell’omicidio-sucidio. La successione degli eventi di quella giornata è descritta nella relazione del medico legale del Policlinico. Lupo avrebbe fatto fuoco per quattro volte, colpendo il marito al torace e all’addome. Poi avrebbe rivolto l’arma contro se stessa, ferendosi una prima volta al collo e successivamente alla testa.

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