
Nessun aiuto alle famiglie dei detenuti, gente «totalmente fusa di cervello» e violenza. A spiegare lo stato dell’arte delle famiglie di Cosa nostra che operano nell’hinterland è Melchiorre Badagliacco, che in una importante conversazione intercettata con Salvatore Baiamonte spiegava perché avesse deciso per un periodo di mettere un freno ai suoi affari e alla partecipazione attiva all’interno dello scacchiere mafioso di Misilmeri. «Allora io ho ho due figli - spiegava Badagliacco - vedi per ora qualcuno passa di qua e ci vede parlare a rutte e due si fa i film, i film cretini si fa capisci...perchè io non è che dico che….ho due figli uno mi giocava a pallone, era arrivato a certi livelli perché prima se lo è preso… poi e andato a finire nel… dopo è partita la pandemia ed è finito il film. Io mi ero fermato perché ho detto ora inc.. i miei figli, li vado a sminchiare.
Baiamonte, successivamente, spiegava che, in caso di arresto, nessuno sarebbe stato mantenuto dalla famiglia mafiosa: «Se tu vuoi aiutare a uno e ti sciddica u pere (e fai un errore, ndr)...ti lasciano in mezzo alla mer...».
Il boss, poi, condivideva l'opinione che la nuova mafia non avesse più la mentalità del passato e che le nuove leve non avessero rispetto per i membri anziani: «Non c'è più quella mentalità di prima.... prima c'erano cristiani ca pila.. oggi un ci su chiu (non ci sono più, ndr). Qua siamo tutti picciutteddi di trent'anni e quando viene la furia (pazzia, ndr), vengono da te... "tu mi devi dare questo!". Appena tu gli dici di no, prendono la pistola ce la punta in testa e che facciamo poi?… Perché si ragiona cosi? Io non ci sono mai stato abituato a ragionare cosi. Le cose si ragionano...si chiariscono. Qua c'é gente gente fusa, gente fusa di cervello, ma stiamo scherzando? Gente che non ti conosce, ti viene a prendere... "tu devi fare quello che dico!" oppure ti dicono “ma con chi minchia stai curriennu tu?”».
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