Palermo

Sabato 10 Maggio 2025

Medicina interna, in Sicilia più della metà dei reparti è in overbooking

ROMA (ITALPRESS) – Quanti sono i medici pronti a lasciare il posto fisso in ospedale per lavorare come gettonisti? Circa 4 su 10. E’ il risultato emerso da un sondaggio flash proposto dalla Federazione Cimo-Fesmed ad un campione di 1000 medici: di questi, il 37,6% ha dichiarato di essere pronto a dimettersi da dipendente del

«Il 57% delle medicine interne degli ospedali della Sicilia sono attualmente in overbooking e il 93% denuncia carenze oramai croniche di personale». Lo evidenzia la ricerca della Federazione medici internisti ospedalieri (Fadoi), che ha preso in esame i dati dei ricoveri tra marzo e aprile scorsi. «Un terzo dei ricoveri potrebbe essere evitato con più prevenzione e una migliore presa in carico dei servizi sanitari territoriali, frutto di una difficoltà di presa in carico dei servizi territoriali, centrati in larga parte sulla rete degli studi dei medici di famiglia, anche loro sempre meno numerosi e con un numero in eccesso di pazienti da dover seguire - dice il il presidente Fadoi Sicilia, Giuseppe Lo Faro - La carenza cronica di personale ed i ricoveri inappropriati sono le principali cause di sovraccarico di lavoro di tali medici, che non hanno sufficiente tempo da dedicare alla ricerca scientifica». Dal report emerge che i reparti di medicina interna assistono quasi la metà dei ricoverati, in particolare anziani e cronici con comorbilità. Pazienti che necessitano di cure sempre più complesse, che richiederebbero adeguate dotazioni di letti e personale. Con la riforma sulla sanità si punta alle case di comunità, una sorta di maxi ambulatori dove dovrebbe lavorare in team medici di famiglia, specialisti ambulatoriali delle Asl e altri professionisti della salute. Strutture dove, oltre ad essere visitati, gli assistiti dovrebbero pure eseguire accertamenti diagnostici di primo livello, come Ecg o ecografie. Per il 71% dei medici le nuove case di comunità potranno effettivamente ridurre il numero dei ricoveri, «ma bisognerà vedere come verranno realizzate», puntualizzano gli internisti, che tra sovraffollamento dei reparti e carenze di organico, il 64% dichiara di non trovare più tempo per fare ricerca, mentre il 36% ne fa meno di quanto vorrebbe.

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