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Palermo, la nobildonna e il figlio adottivo: «La circonvenzione non ci fu»

L’uomo assolto nel processo scaturito dalle accuse dei familiari dell’anziana, spirata nel 2020. Ha ereditato 5 milioni e gioielli

Il Palazzo di giustizia di Palermo

Arriva la sentenza di assoluzione perché «il fatto non sussiste». Va all’imputato il primo round giudiziario, in sede penale, del procedimento che vedeva contrapposti i familiari della nobile Leonarda Aula, classe 1940, e Antonio Spoto, oggi di 44 anni, accusato di aver raggirato la donna e di aver ottenuto alla sua morte, avvenuta nell’ottobre del 2020, quando l’anziana e benestante vecchietta aveva 80 anni, l’intera eredità. Qualcosa come 5 milioni di euro, più gioielli di grande valore.

Per questo il relativamente giovane Spoto era finito imputato con l’ipotesi di circonvenzione di incapace. Accusa caduta con la formula più ampia nei confronti di Spoto, difeso dagli avvocati Aristide «Beppe» Galliano e Nello Murgia.

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